Percorsi TFA Sostegno: valorizzare l'esperienza sul campo

È fondamentale sfatare l'idea che le lezioni dei percorsi TFA sostegno INDIRE

A cura di Redazione Redazione
06 dicembre 2025 11:45
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Vorrei condividere alcune riflessioni scaturite dopo la lettura di un'intervista alla professoressa Fazio, insegnante specializzata sul sostegno e formatrice, che è tra i fondatori del Movimento unitario per l'inclusione scolastica e sociale.

È fondamentale sfatare l'idea che le lezioni dei percorsi TFA sostegno INDIRE (ai sensi degli artt. 6 e 7 del D.L. 71/2024) siano in qualche modo meno efficaci di quelle del TFA ordinario. Una volta per tutte!

La specificità del percorso INDIRE

Il percorso INDIRE è stato specificamente concepito per fornire una formazione specialistica a docenti che operano già sul campo da anni (almeno tre annualità di servizio su posto di sostegno negli ultimi cinque anni, ai sensi dell'Art. 6) o per chi è già in possesso di un titolo di specializzazione TFA estero. Questi docenti hanno già una profonda conoscenza della realtà scolastica e delle sfide quotidiane legate all'inclusione.

  • Non è un corso per neofiti: a differenza del TFA ordinario, il percorso INDIRE si rivolge a professionisti che hanno già messo in pratica la professione, affrontando ogni giorno le complessità della didattica inclusiva.

  • Focus sulla specializzazione: La formazione INDIRE è mirata a rafforzare e formalizzare le competenze acquisite con l'esperienza, offrendo un quadro teorico e metodologico di alto livello a professionisti che hanno già una base pratica solida.

L'esperienza reale vs. il tirocinio simulato

L'elemento di differenziazione spesso citato, il tirocinio a scuola del TFA ordinario, non è minimamente paragonabile al lavoro reale svolto dai docenti con pluriennale esperienza a cui è rivolto il corso INDIRE.

  • Tirocinio ordinario: È per sua natura una simulazione monitorata. Le responsabilità sono limitate e c'è sempre un tutor o un referente che supervisiona e interviene. È un'esperienza formativa iniziale, non una piena assunzione di responsabilità professionale.

  • Esperienza sul campo (Docenti INDIRE): Il lavoro del docente di sostegno esperto è una reale applicazione della professione. Significa:

    • Lavorare in team con il consiglio di classe.

    • Essere coordinati con gli specialisti.

    • Essere a stretto contatto con le famiglie.

    • Partecipare e gestire attivamente e con responsabilità a tutte le fasi del GLO (Gruppo di Lavoro Operativo) e, in prospettiva, alla stesura del Progetto di Vita.

L'esperienza triennale richiesta per l'accesso al percorso INDIRE assolve di fatto il requisito del tirocinio (come previsto per i docenti triennalisti), in quanto l'esperienza professionale sul campo è un tirocinio ben più complesso e impegnativo di qualsiasi simulazione.

L'importanza del radicamento territoriale

Un altro elemento cruciale è il radicamento sul territorio, che è implicito nel profilo del docente a cui è rivolto il percorso INDIRE. Specializzando chi lavora da anni in una determinata area, si rafforzano quei legami con le scuole e le comunità locali essenziali per l'inclusione effettiva.

La critica mossa dalla professoressa Fazio al fenomeno del "docente con il trolley" - docenti che si formano in regioni con maggiore disponibilità di posti per poi ambire a tornare a casa propria - è superata proprio dalla logica di questi percorsi accelerati. I docenti INDIRE non prenderanno la valigia per tornare a casa; la loro casa è la città in cui hanno scelto di lavorare e dove hanno maturato l'esperienza, garantendo quella continuità didattica e relazionale che è fondamentale per la riuscita del Progetto di Vita del discente.

Sulla formazione online e la qualità

La preoccupazione sollevata dalla Fazio sulla formazione esclusivamente online  potrebbe essere legittima, in quanto l'insegnamento richiede confronto e relazione concreta. Tuttavia, è importante notare che:

  • I percorsi INDIRE per i docenti triennalisti (Art. 6) sono percorsi di specializzazione che rilasciano il titolo di specializzazione e prevedono un impegno formativo (40 CFU) inferiore al TFA ordinario (60 CFU) ma sono focalizzati sulle necessità di chi è già in servizio.

  • Le lezioni, pur essendo in modalità sincrona a distanza (online), non sminuiscono l'apprendimento di chi ha già una pratica pluriennale da cui partire per la riflessione teorica.

In conclusione, i percorsi INDIRE, pur avendo un impianto e una durata diversi (40 CFU contro 60 CFU) e potendo svolgersi prevalentemente a distanza, sono un'alternativa di formazione in servizio pensata per certificare e arricchire l'esperienza sul campo di docenti che già sostengono l'inclusione, rispondendo alla necessità urgente di specializzare professionisti già operativi.

Sono una risposta all'annoso problema della carenza di docenti specializzati che evidentemente fino adesso, il fantasmagorico TFA ordinario non aveva saputo risolvere. Oppure, in qualche caso, aveva addirittura amplificato, formando docenti che a quanto pare non avevano altro obiettivo che entrare in ruolo sul sostegno per poi passare su materia di fatto abbandonando i propri alunni e disperdendo così il patrimonio di formazione sull'inclusione che tanto viene decantato.

Direi che forse sarebbe ora di smetterla con le critiche ai corsi INDIRE e piuttosto si dovrebbe iniziare a pensare seriamente a come lavorare insieme, tutti, per migliorare la Scuola.

Daniela Nicolò portavoce Community Uniti per INDIRE

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