Pillole di ccnl - Allarme organici ATA 2026/27
Oltre 40 mila posti in meno per i collaboratori scolastici e tutte le incognite della riforma


PILLOLE DI CCNL
Allarme organici ATA 2026/27
Oltre 40 mila posti in meno per i collaboratori scolastici e tutte le incognite della riforma
a cura di Fania Gerardo
Dal 2026/27 l’organizzazione del personale ATA nelle scuole pubbliche italiane subirà una svolta significativa, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha infatti presentato una bozza di decreto che prevede al suo interno un importante taglio degli organici, in particolare per il profilo dei collaboratori scolastici.
Il 7 ottobre 2025 si è tenuta l’informativa tra i rappresentanti dei sindacati e il Ministero dell’Istruzione e del Merito per discutere della bozza del decreto di revisione degli organici ATA che entrerà in vigore a partire dall’anno scolastico 2026/27.
· Taglio di 2.174 unità di personale ATA a livello nazionale.
· Rimodulazione dell’organico dei collaboratori scolastici, che prevede una drastica riduzione di posti.
· Il passaggio da collaboratore scolastico a operatore scolastico avverrà tramite una specifica procedura interna.
· Assenza di nuove assunzioni per il profilo di funzionario ATA
Si tratta di un intervento che mira a razionalizzare la spesa, una misura che solleva rabbia, timori e perplessità, sia perché appare carente sotto il profilo del riconoscimento professionale ed economico, sia perché rischia di ripercuotersi in modo negativo sulla qualità dei servizi offerti agli studenti e alle famiglie.
La notizia del taglio all’organico ATA nel 2026 è molto significativa, un provvedimento che porterà alla soppressione di ben 44mila posti per il personale ausiliario, amministrativo e tecnico, di cui almeno 2.174 unità già tagliate nella prima fase. Di questi, la parte preponderante riguarda i collaboratori scolastici, la cui funzione nella gestione dei servizi generali delle scuole è notoriamente fondamentale.
Questa riduzione drastica nelle intenzioni ministeriali risponde ad una logica di ottimizzazione delle risorse e razionalizzazione dell’organizzazione, anche in previsione di un calo demografico e, quindi, di una diminuzione della popolazione scolastica.( Per chi vi scrive è una pura follia).
La riduzione degli organici non colpirà in egual misura tutte le regioni e tutte le tipologie di scuole.
In particolare, i rischi maggiori si annunciano per:
· Istituti comprensivi nelle zone rurali o montane
· Grandi plessi urbani con alta densità di studenti
· Scuole con elevati livelli di complessità organizzativa
Il provvedimento di riduzione come abbiamo già visto precedentemente riguarda principalmente il profilo dei collaboratori scolastici, una figura professionale preziosa per il funzionamento quotidiano delle scuole, si prevede, concretamente, che circa 44mila posti in questa categoria saranno soppressi nel giro di pochi anni. Ciò comporterà, oltre a una contrazione occupazionale, una drastica diminuzione delle risorse a disposizione delle direzioni scolastiche per la gestione dei servizi essenziali.
Tutto ciò porterà inevitabilmente ad un aumento delle carenze di personale nei servizi di accoglienza e sorveglianza, maggiore carico di lavoro per il personale rimanente, potenziale peggioramento della qualità dei servizi offerti agli studenti, soprattutto in termini di sicurezza e difficoltà nella gestione delle supplenze e delle assenze del personale.
Uno degli aspetti centrali della bozza di decreto riguarda la cosiddetta "progressione verticale" del personale ATA. Il nuovo sistema introduce la possibilità per i collaboratori scolastici di transitare internamente al profilo di "operatore scolastico" mediante una procedura dedicata che tiene conto della anzianità di servizio, dei titoli di studio posseduti e il superamento di prove selettive scritte o orali.
Così facendo solo un numero limitato di persone potrà effettivamente beneficiare della progressione e la mobilità interna rischierà di scontrarsi con le esigenze di copertura dei servizi.
Una bozza di decreto con la più totale assenza di reale valorizzazione del personale ATA, mancato riconoscimento economico congruo a fronte di nuove mansioni e rischio sostanziale di un peggioramento delle condizioni di lavoro.
Uno dei temi più caldi collegati alla riforma riguarda la mobilità del personale ATA. Il taglio all’organico e la conseguente rimodulazione delle dotazioni nelle scuole rendono infatti sempre più probabile lo scenario di "esubero" o di trasferimenti forzati, con conseguenze dirette sulla vita lavorativa e personale dei dipendenti.
Altra questione di primaria importanza, discussa durante l’informativa del 7 ottobre, è la problematica dell’abuso dei contratti a termine nel comparto ATA. La Commissione Europea ha recentemente richiamato l’Italia per l’elevato ricorso a rapporti di lavoro precario nelle scuole, chiedendo misure più incisive per garantirne la stabilità, tema mai risolto, della precarietà e dell’abuso dei contratti a termine, che lo stesso Ministero è chiamato a gestire nel rispetto delle normative europee.
Con la pubblicazione della bozza e l’avvio del confronto sindacale, il prossimo futuro sarà cruciale per decine di migliaia di lavoratori e per la tenuta credibile del sistema della scuola pubblica italiana.