Pittoni (Lega): «Così diversificheremo il reclutamento dei docenti»

Il responsabile Istruzione della Lega rilancia il doppio canale: graduatorie di merito ed elenchi regionali dal 2026 per stabilizzare più insegnanti

A cura di Redazione
21 agosto 2025 16:42
Pittoni (Lega): «Così diversificheremo il reclutamento dei docenti» - Mario Pittoni
Mario Pittoni
Condividi

Negli ultimi anni la scuola italiana ha dovuto affrontare un problema cronico: la difficoltà a coprire tutte le cattedre disponibili con personale stabile. Le procedure concorsuali, spesso complesse e lente, non hanno permesso di trasformare in assunzioni a tempo indeterminato l’intero contingente di posti autorizzati dal Ministero dell’Economia. A rilanciare il dibattito è Mario Pittoni, responsabile del Dipartimento Istruzione della Lega ed ex presidente della Commissione Cultura al Senato, che spiega come il recente decreto Scuola, approvato con il via libera della Commissione europea, rappresenti il primo passo verso un sistema di reclutamento diversificato.

Il ritorno delle graduatorie di merito

Secondo Pittoni, il decreto introduce due strumenti fondamentali: il ripristino delle graduatorie di merito nei concorsi e l’istituzione degli elenchi regionali degli idonei, operativi dal 2026. «Troppo lenti e farraginosi i meccanismi concorsuali per titoli ed esami», afferma il senatore, sottolineando come negli ultimi anni solo una parte delle cattedre autorizzate sia stata effettivamente coperta. La nuova impostazione punta a valorizzare non soltanto i vincitori dei concorsi, ma anche coloro che, pur non rientrando nei posti messi a bando, hanno ottenuto risultati positivi o maturato una significativa esperienza professionale.

Verso il “doppio canale”

La prospettiva, evidenzia Pittoni, è quella di affiancare al tradizionale concorso un “doppio canale” di reclutamento, basato su merito e competenze. Un modello che già trova applicazione, seppure in forma non strutturale, nell’assunzione degli insegnanti di sostegno. Gli elenchi regionali accoglieranno gli idonei dei concorsi svolti a partire dal 2020, dando così una prospettiva a migliaia di candidati rimasti finora esclusi dalle immissioni in ruolo.

I numeri e gli scenari futuri

Pittoni precisa che inizialmente il nuovo meccanismo non potrà garantire un numero elevato di assunzioni, poiché agirà soltanto sulla distribuzione dei posti disponibili. Tuttavia, dopo il superamento dei concorsi legati al PNRR, potrebbero crearsi condizioni analoghe a quelle del 2023, quando oltre 22mila idonei del concorso ordinario 2020 furono assunti in mancanza dei vincitori del Pnrr1. L’obiettivo dichiarato è dunque quello di stabilizzare progressivamente più docenti, evitando che cattedre vacanti restino scoperte o affidate a supplenti annuali.

Il nodo delle percentuali

Il dibattito politico si concentra anche sulla percentuale di idonei da assumere. Pittoni chiarisce che non esistono quote privilegiate: «Se sei idoneo, sei idoneo. Punto». La norma prevede che per gli idonei PNRR venga considerato il 30% dei posti a bando, ma – sottolinea – ciò non significa che possa essere loro assegnato il 100%. «Vorrebbe dire escludere tutte le altre categorie, con una reazione che si può immaginare», aggiunge. Una presa di posizione netta contro chi promette una stabilizzazione totale degli idonei, definita dal senatore una «presa in giro».

Segui La Voce della Scuola