Rossella Benedetti (UIL) alla guida del Comitato Donne CES: la sfida della parità retributiva

Una battaglia da 4,8 miliardi l'anno. Il divario salariale colpisce 10 milioni di lavoratrici europee. Serve legislazione vincolante

A cura di Redazione Redazione
29 ottobre 2025 16:32
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Rossella Benedetti, insegnante e responsabile del settore internazionale della Uil Scuola Rua, è stata eletta all'unanimità Presidente del Comitato Donne della Confederazione Europea dei Sindacati (CES). Membro del Comitato dal 2015 e Vicepresidente dal 2021, Benedetti porta con sé una consolidata esperienza nelle politiche di genere a livello europeo.​​

La Roadmap UE

La priorità della nuova Presidenza è chiara: colmare il divario retributivo di genere e garantire luoghi di lavoro liberi dalla violenza. La "Roadmap UE" per i diritti delle donne, tabella di marcia adottata dalla Commissione europea nel marzo 2025, costituisce il quadro di riferimento. La CES, che riunisce 94 organizzazioni sindacali in 42 paesi europei oltre a 10 federazioni sindacali europee, vuole tradurre questa dichiarazione politica in legislazione vincolante, diritti applicabili e dialogo sociale solido.​​

L'impatto economico

"La direttiva sulla parità già adottata deve trovare piena applicazione", ha dichiarato Rossella Benedetti dopo la nomina. Il divario retributivo di genere colpisce direttamente 10 milioni di lavoratrici europee, con un costo totale di 4,8 miliardi l'anno. "Procedere sulla strada della parità di genere non è una concessione legislativa, è un diritto sancito dai Trattati europei che deve tradursi in azioni concrete e misure vincolanti", ha sottolineato la neo-presidente.​​

I dati italiani

La tempistica della nomina coincide con la diffusione dei dati INPS sul divario retributivo di genere in Italia. Secondo il Rendiconto sociale dell'INPS presentato il 28 ottobre 2025, le donne italiane guadagnano in media il 25% in meno degli uomini nel settore privato: 79,80 euro giornalieri contro i 107,5 euro dei colleghi maschi. "Solo chi vive su Marte può stupirsi", ha commentato la Segretaria confederale della UIL Ivana Veronese, sottolineando come le donne paghino "con le loro retribuzioni e con le loro future pensioni l'assenza di servizi di conciliazione adeguati e una distribuzione totalmente iniqua del carico di cura".​​

Il ruolo del sindacato

"Il sindacato può svolgere un ruolo centrale nella progettazione e nell'attuazione delle politiche per la parità di genere 2026-2030", ha affermato Veronese, evidenziando come il Paese abbia bisogno di "occupazione di qualità, lavoro dignitoso" e che le donne non debbano "scegliere tra famiglia e indipendenza economica". Il Segretario generale della Uil Scuola Rua, Giuseppe D'Aprile, ha ribadito che il tema della trasparenza retributiva "non solo è centrale per colmare il divario retributivo delle lavoratrici europee ma è anche una delle questioni più sentite dal personale della scuola".​

La strategia futura

L'impegno è per una crescita delle retribuzioni attraverso i rinnovi contrattuali, lavoro stabile e rafforzamento degli strumenti della democrazia economica. "Le politiche di austerità non hanno prodotto i risultati sperati. La Roadmap europea per le donne va sostenuta senza tentennamenti", ha concluso D'Aprile.

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