Sciopero Generale: le ragioni di Cgil e Uil

Salari bassi, pensioni insufficienti e servizi in crisi: la protesta che vuole dare voce ai cittadiniOggi, 29 novembre 2024, il Paese si ferma per lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil. Un grido...

A cura di Redazione
29 novembre 2024 15:21
Sciopero Generale: le ragioni di Cgil e Uil -
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Salari bassi, pensioni insufficienti e servizi in crisi: la protesta che vuole dare voce ai cittadini

Oggi, 29 novembre 2024, il Paese si ferma per lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil. Un grido di protesta che risuona in tutta Italia contro una manovra economica considerata insensibile ai bisogni reali della popolazione. Salari che non bastano, pensioni che non permettono una vita dignitosa, servizi pubblici sempre più ridotti e un futuro che appare incerto per molti. È per queste ragioni che milioni di lavoratori, pensionati e giovani hanno deciso di unirsi in una giornata di lotta e solidarietà.

“La manovra non guarda al futuro”

Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, non usa mezzi termini: “Questa manovra non offre prospettive al Paese. È una scelta politica che aggrava le disuguaglianze e non affronta i problemi strutturali dell’Italia”. Dello stesso avviso Pierpaolo Bombardieri, leader della Uil: “Non ci sono interventi concreti per migliorare la vita delle persone. Non possiamo accettare il silenzio del governo di fronte a queste difficoltà”.

Giorgia Meloni, dal canto suo, respinge le accuse: “Scioperate solo perché ci sono io”, afferma, difendendo le scelte dell’esecutivo. Ma nelle piazze si respirano rabbia e frustrazione, sentimenti che difficilmente si spiegano solo con la politica.

Sette anni di austerità: una previsione che preoccupa

Tra i motivi dello sciopero, i sindacati puntano il dito contro il recepimento del nuovo Patto di stabilità europeo, che secondo loro inaugura sette anni di austerità. Ma cosa significa concretamente? Tagli ai servizi essenziali, come sanità e istruzione, stipendi che non reggono l’inflazione, e un aumento della precarietà lavorativa. Il quadro delineato da Cgil e Uil è quello di un Paese che rischia di perdere la sua coesione sociale.

I problemi reali: una vita più cara e meno sicura

I lavoratori lamentano la perdita del potere d’acquisto, con salari e pensioni erosi da un’inflazione galoppante. Non mancano critiche alle politiche fiscali, considerate inique: il taglio del cuneo fiscale, ad esempio, viene finanziato con il maggior gettito Irpef, gravando ancora una volta sui lavoratori. Anche la riforma delle pensioni è un nodo dolente: “La legge Fornero continua a essere un incubo per il 99% dei lavoratori”, affermano i sindacati, che chiedono interventi più incisivi.

I servizi pubblici, poi, sono un altro tasto dolente. Dalle lunghe liste d’attesa in sanità alla carenza di risorse per trasporti e istruzione, chi vive quotidianamente questi disagi percepisce una distanza sempre maggiore tra il governo e i cittadini.

Le richieste di Cgil e Uil

Dalle piazze non arrivano solo proteste, ma anche proposte. Tra le richieste dei sindacati spiccano:

  • Redistribuzione delle risorse: tassare le grandi ricchezze, i profitti straordinari e combattere l’evasione fiscale per finanziare sanità, scuola e servizi sociali.
  • Aumenti salariali: rinnovare i contratti collettivi e detassare gli aumenti per restituire potere d’acquisto ai lavoratori.
  • Riforma delle pensioni: superare la legge Fornero e garantire una rivalutazione equa, con un occhio di riguardo per le pensioni minime.
  • Un piano industriale sostenibile: investire nei settori strategici per creare lavoro stabile e difendere l’occupazione.
  • Rispetto delle libertà: ritirare il disegno di legge Sicurezza, che viene percepito come un limite al diritto di manifestare.

Un momento di riflessione collettiva

La giornata di oggi non è solo uno sciopero, ma un momento di riflessione collettiva sul futuro del Paese. “Non vogliamo fermarci qui. Questa è solo la prima di tante iniziative”, avverte Landini, mentre Bombardieri sottolinea l’urgenza di misure concrete: “Non si può vivere con salari da fame e pensioni che non bastano per arrivare a fine mese”.

Un messaggio alle istituzioni

L’obiettivo dello sciopero è chiaro: inviare un messaggio forte alle istituzioni. Non si tratta di politica, ma di dare voce a chi ogni giorno affronta difficoltà sempre più grandi. “Le persone meritano rispetto, non solo a parole ma nei fatti”, concludono i sindacati.

La sfida ora è raccogliere queste istanze e trasformarle in azioni. Il futuro dell’Italia dipende anche da come il governo saprà ascoltare e rispondere a queste richieste, che arrivano direttamente dalla piazza.

Usato così, lo sciopero è un’arma spuntata

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