Scuola Lavoro e Libertà sul decreto PNRR scuola

Scuola Lavoro e Libertà sul decreto PNRR scuola

 

Il mondo della Scuola ha assistito sgomento ai passaggi formali dell’iter legislativo con cui è stato convertito in legge il decreto-legge 7 aprile 2025 n. 45 (detto decreto PNRR Scuola) attraverso il DDL di conversione 1445.

Leggendo il testo del DDL, la nostra attenzione non ha potuto fare a meno di ricadere sulla presunta risoluzione del problema del precariato.

Si premette che all’interno dell’intero documento, disponibile sul sito del Senato della Repubblica al link https://www.senato.it/leg/19/BGT/Schede/FascicoloSchedeDDL/ebook/59047.pdf ,

la radice “precari” è stata ripetuta, all’interno di parole sia utilizzate dalla maggioranza che dalle forze politiche di opposizione, ben 58 volte, a dimostrazione del fatto che il precariato rappresenta una piaga gravissima di cui soffre il settore istruzione e cultura, un problema sul quale risulta impossibile sorvolare ma che, ancora una volta, la politica ha cercato goffamente di aggirare, fallendo miseramente.

In questa occasione, però, questa politica al governo non ha cercato solo di nascondere il dramma che attanaglia generazioni di docenti, come spesso è stato fatto in passato, ma addirittura avrebbe cercato di risolverlo!

E come si sarebbe arrivati a questa miracolosa soluzione secondo loro?

Sembrerebbe assurdo ma la formula ha previsto, in sostanza, l’eliminazione degli stessi precari e basta leggere qualche passaggio del DDL 1445 che ha portato alla legge appena approvata, per rendersi conto che l’intenzione era chiaramente quella fin dall’inizio.

Infatti, fra le altre affermazioni, in cui sono stati proposti e poi trasformati in provvedimenti normativi, modelli di reclutamento chiaramente non risolutivi né per gli idonei dei concorsi né per i nuovi abilitati (il 30% dei posti banditi, a valle delle assunzioni da concorso, lì dove ci sono posti disponibili in eccesso, così come le graduatorie regionali, sono misure fumose e aleatorie che avvantaggiano solo ristrettissime zone, per lo più nel Nord del Paese, in pochissime classi di concorso), si leggono le testuali parole: “….favorendo l’immissione in ruolo di soggetti provenienti dal nuovo percorso di specializzazione e dal superamento del concorso in luogo dell’utilizzo, peraltro a tempo determinato, di altri soggetti in possesso di una mera anzianità di servizio da precario”.

Il movimento Scuola Lavoro e Libertà ritiene che il senso e il peso di queste parole sia aberrante, oltre che un’assoluta mancanza di rispetto nei confronti dei docenti precari.

Quelli che vengono definiti “soggetti in possesso di una mera anzianità di servizio da precario” sono infatti rispettabili e rispettati docenti, lavoratori della Scuola Pubblica Italiana, che da 5, 10 o più anni reggono sulle loro spalle il peso dell’Istruzione Pubblica, ammirati e stimati dai loro alunni e dalle rispettive famiglie, dai colleghi in ruolo e dai DS!

Allora, secondo quale criterio universalmente accettato di giustizia sociale o di semplice riconoscimento della dignità della persona o del lavoratore, questi docenti dovrebbero subire una sorta di epurazione che li costringerebbe all’esodo per poter sopravvivere?

Ma l’art. 23 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, fra l’altro riportato sullo stesso sito web del Senato della Repubblica, omettendo di citare varie norme nazionali e dell’UE, non afferma forse l’esatto contrario di quanto riportato, anche poco velatamente, in questo DDL su cui si è basata la legge?

Ma poi, le forze politiche che oggi propongono, o meglio impongono, la cancellazione di questa categoria generazionale di lavoratori, non sono le stesse che fino a settembre 2022 si esibivano con slogan come “No al concorsone, sì alla stabilizzazione” o simili frasi ammalianti ma, evidentemente, di scarno contenuto reale?

E i canti delle sirene che stregavano i partecipanti del misterioso Straordinario Bis, l’unico concorso che non è stato modificato dopo il bando, di cui si dice che non generava idonei (pertanto dobbiamo supporre che ha generato vincitori che però non erano idonei ad insegnare!!!???), tanto di moda in campagna elettorale, sono solo state allucinazioni dovute allo stress che schiaccia impietosamente i precari?

E gli idonei del concorso PNRR1, spesso menzionati da esponenti della maggioranza che avevano promesso di trovare una soluzione, devono continuare a ripetere concorsi come un cane che si morde la coda, dato che è ormai chiaro che il 30% sui posti banditi e le graduatorie regionali, tutto a valle delle assunzioni da nuovi concorsi, sono solo fumo negli occhi utile a nascondere la triste realtà che solo un idoneo su mille avrà un contratto a tempo indeterminato?

E il doppio canale di reclutamento è un paesaggio mitologico uscito dalla penna di J. R. R. Tolkien oppure era una proposta di legge sventolata da alcuni esponenti delle forze politiche della maggioranza e sostenuta da qualche sindacato, finita però anche in questa occasione nei meandri del dimenticatoio?

 

Considerato quanto osservato, Scuola Lavoro e Libertà aborrisce le pseudo-soluzioni approvate dalla maggioranza con questo decreto, e invita le forze sindacali e politiche di buon senso ad opporsi fermamente al provvedimento. Siano resi rispetto e giustizia a tutti i docenti precari storici e si faccia un passo indietro sul tradimento di cui sono stati vittime gli idonei del Concorso PNRR1 e quelli del Concorso Straordinario BIS.

 

SCUOLA LAVORO E LIBERTÀ

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