Serie TV e Social: nuove frontiere dell’aggiornamento professionale degli insegnanti

La serie tv “Adolescence” sta diventando rapidamente un fenomeno culturale, battendo ogni record di ascolti tra gli adolescenti. Eppure, tra coloro che ancora non sembrano essersi accorti del fenomeno...

A cura di Redazione
31 marzo 2025 14:02
Serie TV e Social: nuove frontiere dell’aggiornamento professionale degli insegnanti -
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La serie tv “Adolescence” sta diventando rapidamente un fenomeno culturale, battendo ogni record di ascolti tra gli adolescenti. Eppure, tra coloro che ancora non sembrano essersi accorti del fenomeno, ci sono proprio gli insegnanti. È quanto emerge dalle riflessioni di Maurizio Tucci, presidente dell’Associazione Laboratorio Adolescenza di Milano, in un intervento sul Corriere della Sera, che segnala un crescente scollamento tra il mondo dei docenti e la realtà vissuta quotidianamente dai ragazzi.

Un mondo sconosciuto ai docenti Tucci sottolinea come molti insegnanti, pur volenterosi e spesso mossi da una sincera passione educativa, ignorino aspetti cruciali della vita quotidiana dei propri studenti. Instagram, TikTok e Snapchat, così come serie tv cult come “Tredici”, “Skam” e ora “Adolescence”, sono spesso sconosciute agli educatori, creando un divario significativo. Questo vuoto di conoscenza limita la capacità degli insegnanti di interpretare comportamenti, linguaggi e valori degli adolescenti, ostacolando il dialogo e l’efficacia educativa.

Secondo i dati presentati da Tucci, l’82% degli adolescenti usa Instagram, il 74% TikTok, mentre oltre l’80% fruisce regolarmente di serie tv, ormai parte integrante della loro formazione sociale e culturale. Non conoscere questi strumenti equivale, dunque, a non possedere le chiavi interpretative necessarie per interagire efficacemente con i giovani.

Aggiornamento professionale: Una sfida moderna Insegnare non è solo trasferire conoscenze disciplinari, ma implica anche l’abilità di creare relazioni solide e autentiche con gli studenti. Per Tucci, è evidente che questa competenza relazionale deve essere coltivata e aggiornata attraverso strumenti contemporanei. Ecco perché serie tv e social network non dovrebbero essere visti semplicemente come passatempo o fenomeni di costume, ma come risorse educative potenzialmente ricche di spunti di riflessione e comprensione della psicologia giovanile.

Da qui nasce l’idea provocatoria, ma concreta, di includere nell’aggiornamento professionale degli insegnanti anche la conoscenza di piattaforme digitali e prodotti culturali giovanili. Tucci si interroga sulla possibilità e sull’opportunità di far diventare tale conoscenza parte integrante della formazione continua degli educatori.

La realtà oltre la fiction Tucci cita esempi forti per supportare il suo punto di vista. Nella fiction “Adolescence”, un poliziotto riesce a risolvere un caso di omicidio adolescenziale solo quando comprende, grazie a un ragazzo, il linguaggio criptico usato sui social dai giovani protagonisti. Analogamente, nella tragica realtà della strage familiare di Paderno Dugnano, come nei frequenti episodi di istigazione al suicidio online, emergono linguaggi e dinamiche che restano invisibili agli adulti non informati.

Non è dunque solo questione di aggiornamento, ma di autentica prevenzione e capacità di intervento educativo e sociale. Gli insegnanti, se adeguatamente aggiornati, potrebbero diventare osservatori privilegiati e precoci interpreti di segnali di disagio altrimenti difficilmente individuabili.

L’importanza del linguaggio condiviso Conoscere il mondo dei giovani, i loro linguaggi e i loro strumenti di comunicazione non significa omologarsi a essi, ma acquisire competenze necessarie per stabilire un linguaggio comune. Una lingua condivisa facilita il dialogo, riduce le distanze emotive e permette interventi educativi più tempestivi e mirati. È questo il vero valore aggiunto di un aggiornamento professionale moderno e coerente con la realtà.

Responsabilità istituzionale Tucci solleva infine un punto cruciale: la responsabilità di riformare e adeguare i programmi di formazione continua per gli insegnanti. Occorre superare la concezione statica di un aggiornamento professionale limitato esclusivamente a contenuti disciplinari o metodologici tradizionali. Serve una visione dinamica e integrata che riconosca pienamente i mutamenti culturali, sociali e tecnologici che influenzano costantemente la vita degli adolescenti.

Le istituzioni scolastiche e formative devono quindi farsi carico di questo aggiornamento, fornendo strumenti che consentano agli insegnanti di orientarsi meglio nel mondo dei loro studenti, un mondo che cambia continuamente e sempre più rapidamente.

Conclusione: costruire un ponte generazionale L’appello di Maurizio Tucci non è soltanto un invito alla curiosità o al buon senso, ma una precisa proposta educativa: conoscere gli adolescenti attraverso i loro linguaggi e interessi significa migliorare concretamente la qualità della relazione educativa. La sfida è di rendere questa consapevolezza patrimonio comune delle scuole e degli insegnanti, trasformando serie tv e social da fenomeni distanti a strumenti integrativi fondamentali per una didattica davvero contemporanea ed efficace.

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