Sicurezza, nove plessi su dieci non hanno le certificazioni

Anief: “bisogna dotare di maggiori risorse gli istituti per far fronte agli interventi in economia con effetto immediato”

A cura di Redazione Redazione
25 settembre 2025 12:12
Sicurezza, nove plessi su dieci non hanno le certificazioni - scuola
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È terminato il secondo incontro nazionale di formazione delle RSU-TAS DSTA con Marcello Pacifico e Gian Mauro Nonnis, rispettivamente presidente e vicepresidente Anief. Grazie alla giovane associazione sindacale è stato possibile ottenere l’assicurazione sanitaria dal 2026 a tutto il personale e a regime assicurazione contro infortuni anche nel percorso per andare a scuola, al di là delle assicurazioni di istituto o del sindacato.

Durante il corso di formazione organizzato da Anief è stato ribadito come una scuola su quattro rimane priva delle 5 certificazioni obbligatorie, quelle cioè di agibilità, di omologazione centrale termica, di prevenzione incendi a carico del proprietario dell'immobile-enti locali; le restanti due, cioè piano di evacuazione e documento di Valutazione dei Rischi DVR, a carico del dirigente scolastico.

È molto importante il ruolo della RLS e del dirigente sindacale per il monitoraggio costante, la denuncia per la piena sicurezza dei lavoratori. Anief si dichiara sempre al servizio di tutti i lavoratori della scuola. Come hanno sottolineato i relatori, hanno suscitato un certo clamore i dati pubblicati dal MIM in merito al numero di istituti bisognosi di interventi in materia di sicurezza, secondo questi dati, relativi al 2023/24, commentati a più riprese da varie testate giornalistiche, ad essere deficitarie risultano le certificazioni relative alla messa a norma degli edifici. Riassumendo su 10mila plessi considerati (su40mila del totale) solo 4mila hanno tutt’è cinque le certificazioni obbligatorie, di cui si ricorda che tre risultano in capo all’ente proprietario dei locali: agibilità, omologazione centrale termica, prevenzione incendi. Le restanti due: piano di evacuazione e documento di Valutazione dei Rischi DVR risultano di competenza del Dirigente Scolastico.

I dati hanno evidenziato anche una variabile geografica, infatti secondo il report a non avere nemmeno una delle cinque certificazioni risultano in media il 36% degli edifici, ma lo stesso dato si concentra al Sud-Isole raggiungendo e superando il 50%.All’organizzazione sindacale questo dato non giunge nuovo, infatti già ai tempi della pandemia da COVID-19 era stato condotto uno studio  che partendo dalla necessità di prevenire il contagio e basandosi sul rapporto di Legambiente sulle condizioni di manutenzione degli istituti, nel 2020 il 40%degli istituti necessitava di interventi urgenti; un precedente rapporto del2010 dello stesso ente segnalava che il 18% degli istituti necessitava dei medesimi interventi, ciò sta a significare che nonostante le progettualità edilizie avviate nell’ultimo decennio tra cui “Scuole belle” e “Scuole sicure” lo stato di manutenzione degli istituti ha lasciato, e continua a lasciare, molto a desiderare. Ora, gli interventi strutturali risultano in capo all’ente proprietario, il margine di intervento che può avere il DS infatti è limitato alla semplice manutenzione ordinaria, quella relativa all’utilizzo dei locali, ma non alla loro componente strutturale, né risulta di competenza del DS agire nei confronti degli enti laddove risultino inadempienti per le parti di loro competenza, risultando questa mansione di pertinenza degli organi di vigilanza e controllo; al DS spetta pertanto il poco agevole compito di adottare “equivalenti” misure a tutela della sicurezza  che in assenza delle certificazioni degli enti proprietari nemmeno si sa quali debbano essere. A titolo di esempio, in assenza della certificazione di idoneità dell’impianto elettrico il DS non ha contezza dello stato di manutenzione dello stesso, e senza questa particolare certificazione non ha margine per capire quale tipo di intervento debba richiedere e quale tipo di misura “equivalente” adottare. Il corto circuito normativo che ne deriva fa sì che in molte zone geografiche pur di garantire la continuità di servizio pubblico i DDSS accettino un alto rischio che in caso di procurato danno, ai sensi del TU, può avere risvolti civili e penali.

L’ANIEF è dell’idea che si debbano dotare di maggiori risorse gli istituti per far fronte agli interventi in economia con effetto immediato, per potersi poi rivalere sugli enti proprietari laddove inadempienti, le cifre stanziate dall’attuale governo per far fronte a una situazione di fatto ultradecennale, che a detta del ministro Valditara si aggirano intorno ai 3,5 mld di euro solo per la messa a norma, risultano fortemente insufficienti; secondo calcoli del sindacato occorrevano oltre 10 miliardi di euro nel 2020, oggi prudenzialmente sarebbero molti di più.

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