Sondaggio Demopolis: italiani favorevoli al rigore scolastico, sì a bocciatura per la “scena muta” e divieto dei cellulari

Per Demopolis la maggioranza degli italiani e' favorevole alla bocciatura per la scena muta all esame di stato

A cura di Redazione Redazione
21 luglio 2025 22:58
Sondaggio Demopolis: italiani favorevoli al rigore scolastico, sì a bocciatura per la “scena muta” e divieto dei cellulari - La Voce della Scuola
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Il sondaggio pubblicato oggi dall’istituto Demopolis conferma una tendenza già emersa nei giorni scorsi grazie a una rilevazione promossa dalla testata Tecnica della Scuola. In entrambi i casi, emerge una chiara richiesta da parte dell’opinione pubblica: più serietà e responsabilità nella scuola italiana. Le misure adottate dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, in particolare la bocciatura per chi resta in silenzio all’esame orale di maturità e il divieto del cellulare durante le lezioni, sembrano godere di un ampio consenso.

Il sondaggio Demopolis e le scelte del Ministero

Realizzato tra il 15 e il 18 luglio su un campione rappresentativo di 2.000 italiani, il sondaggio Demopolis rivela che il 68% degli intervistati giudica inammissibile la “scena muta” all’orale della maturità. Inoltre, il 63% si dichiara favorevole alla bocciatura di chi si rifiuta di sostenere l’esame, mentre solo il 30% considera la misura eccessiva.

Ancora più netta la posizione sul divieto dei cellulari in aula: sette italiani su dieci appoggiano la norma introdotta dal ministro Valditara, ritenendola necessaria per favorire la concentrazione e migliorare l’ambiente di apprendimento. Solo una piccola minoranza – il 12% – giudica il provvedimento “retrogrado”.

Un consenso trasversale

Un dato che ha sorpreso molti osservatori è la trasversalità del consenso. Tra gli elettori delle forze di governo, il sostegno sfiora il 90%, ma anche tra chi vota partiti di opposizione circa quattro cittadini su dieci condividono la linea dura del Ministero. Secondo Paola Frassinetti, sottosegretario all’Istruzione e al Merito, si tratta di un segnale importante:

“Il sondaggio dimostra che la linea intrapresa dal ministro Valditara è condivisa dalla maggioranza degli italiani e l’aspetto che più colpisce è che comprenda anche le persone orientate a sinistra,” ha dichiarato Frassinetti. “C’è una richiesta di maggiore serietà che l’opinione pubblica rivolge al mondo della scuola. Le nostre scelte rispondono a un’esigenza di buon senso: è sulla preparazione delle nuove generazioni che si costruisce il futuro della società.”

Frassinetti ha ricordato che l’intervento del Ministero è motivato dal progressivo abbassamento dei livelli di apprendimento registrato negli ultimi anni. Da qui, l’introduzione di misure come il rafforzamento delle discipline fondamentali, la reintroduzione del voto in condotta e il divieto dei cellulari durante le ore di lezione.

La conferma dal mondo della scuola

A dare ulteriore peso al sondaggio Demopolis è la coincidenza con i risultati di una rilevazione parallela promossa da Tecnica della Scuola, che ha coinvolto oltre 1.100 partecipanti, tra cui 716 docenti, 164 genitori, 53 studenti e 18 dirigenti scolastici. Anche in questo caso, la maggioranza dei docenti (oltre il 70%) ha giudicato corretta la bocciatura in caso di “scena muta”. La misura è apprezzata anche dal 60% dei dirigenti scolastici e dal 66% dei genitori.

Diverso il punto di vista degli studenti, tra i quali prevale una visione più critica. Il 58% dei giovani intervistati si è detto contrario alla sanzione, sottolineando come il silenzio all’orale possa derivare da ansia, disagio o forme di protesta legittime. Alcuni ritengono l’attuale impostazione dell’esame obsoleta, chiedendo un approccio più moderno e attento alle reali competenze degli studenti.

Le reazioni politiche e culturali

Le misure adottate da Valditara hanno trovato il sostegno di molte figure politiche del centrodestra. Tra queste, la deputata di Forza Italia Rita Dalla Chiesa, che ha parlato di “coraggio” da parte del Ministero nel riaffermare i valori del merito, del rispetto e della responsabilità. Secondo Dalla Chiesa, la scuola deve tornare a essere un’istituzione autorevole, capace di formare cittadini preparati e consapevoli.

Tuttavia, non sono mancate le voci critiche. Lo scrittore Eraldo Affinati ha invitato a riflettere sul significato profondo della protesta giovanile, mentre il docente-influencer Vincenzo Schettini, pur non giustificando la “scena muta”, ha sottolineato la necessità di ascoltare le ragioni degli studenti. Per molti osservatori, le misure annunciate rischiano di trasformare la scuola in un ambiente eccessivamente punitivo, allontanando i giovani invece di coinvolgerli.

Cosa cambia dal prossimo anno scolastico

Il Ministero ha già chiarito che, a partire dalla maturità 2026, la “scena muta” sarà formalmente equiparata al rifiuto dell’esame e comporterà automaticamente la non ammissione al diploma. Inoltre, il divieto del cellulare – già in vigore fino alla scuola media – sarà esteso a tutte le scuole superiori, con indicazioni operative rivolte a dirigenti scolastici e docenti.

Le novità rientrano in una più ampia strategia del Ministero per rilanciare l’autorevolezza della scuola pubblica e migliorare gli standard di apprendimento, puntando su serietà, impegno e responsabilizzazione degli studenti.

Rigore sì, ma con tanto ascolto

I sondaggi di Demopolis e di Tecnica della Scuola mostrano chiaramente che l’opinione pubblica è favorevole a un ritorno al rigore scolastico, con misure che diano centralità allo studio e alla valutazione. Ma accanto alla fermezza nelle regole, resta vivo il bisogno di un sistema educativo che sappia includere, motivare e ascoltare.

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