Specializzazione e abilitazione sul sostegno: cosa cambia davvero e perché tanti docenti partecipano ai nuovi concorsi
Nel panorama del reclutamento scolastico italiano, il sostegno didattico rappresenta uno dei settori più complessi e regolati
Nel sistema scolastico italiano, comprendere la distinzione tra specializzazione e abilitazione sul sostegno è fondamentale per orientarsi tra percorsi formativi, procedure concorsuali e modalità di assunzione. La specializzazione conseguita attraverso il TFA Sostegno rappresenta un percorso universitario dedicato allo sviluppo di competenze pedagogiche e metodologiche indispensabili per lavorare con alunni con disabilità. Questo titolo, rilasciato dall’università dopo un anno di formazione con lezioni, laboratori, tirocinio e prove selettive di accesso, consente ai docenti di inserirsi nelle graduatorie e ottenere supplenze prioritarie. Pur essendo un titolo professionalizzante di alto livello, non è considerato un titolo abilitante in senso giuridico e non permette da solo né l’accesso al ruolo né la piena spendibilità professionale prevista dalle norme sul reclutamento.
L’abilitazione si ottiene invece tramite il concorso pubblico, che costituisce il percorso ordinario riconosciuto dallo Stato per accedere alla professione docente. Il concorso di sostegno è riservato ai docenti già specializzati e prevede prove finalizzate a verificare non solo le competenze didattiche e inclusive, ma anche la capacità di gestire situazioni educative complesse, risolvere problemi professionali e applicare strategie di intervento coerenti con i principi dell’inclusione. Solo superando il concorso si ottiene l’abilitazione all’insegnamento, che rappresenta un titolo stabile e strutturale, valido anche per future procedure di mobilità e progressione di carriera.
Accanto a questo modello ordinario, negli ultimi anni è stato introdotto l’articolo 59 del decreto Sostegni-bis, una procedura straordinaria pensata per rispondere alla grave carenza di docenti specializzati sul sostegno. Con l’art. 59 i docenti inseriti in prima fascia GPS sostegno possono essere assunti inizialmente a tempo determinato con un contratto annuale finalizzato alla stabilizzazione: al termine dell’anno di prova e con valutazione positiva, il contratto si trasforma in tempo indeterminato, senza dover superare un concorso. Si tratta però di una procedura eccezionale, non strutturale, nata per far fronte all’emergenza e non destinata a sostituire il percorso ordinario.
Una conseguenza interessante di questo sistema è che molti docenti, già immessi in ruolo tramite art. 59, scelgono comunque di partecipare ai concorsi ordinari sul sostegno. La ragione principale è che il ruolo ottenuto tramite procedura straordinaria non equivale al possesso dell’abilitazione concorsuale. Il concorso rilascia un titolo abilitante pienamente riconosciuto che garantisce una maggiore solidità giuridica, indispensabile nei percorsi di mobilità professionale, nella possibilità di accedere a ulteriori classi di concorso, nei punteggi interni e in vista di future riforme del reclutamento. Essere vincitori di concorso significa collocarsi in un canale permanente previsto dalla normativa, mentre l’art. 59, pur efficace, resta un meccanismo temporaneo e non ripetibile.
Vi è inoltre un aspetto molto concreto legato al punteggio, spesso poco compreso ma di grande importanza per chi intende consolidare la propria posizione nelle graduatorie. Il superamento del concorso permette infatti di ottenere un duplice beneficio. Da un lato, consente di acquisire l’abilitazione all’insegnamento, che nelle graduatorie GPS di prima fascia per il sostegno può essere valutata fino a trentasei punti: ventiquattro come punteggio base del titolo e fino a dodici in relazione al voto finale conseguito. Si tratta di un punteggio di grande rilievo, che incide sulla posizione nelle liste provinciali e influenza in modo significativo le possibilità di ottenere supplenze, incarichi annuali e migliori opportunità di mobilità.
Accanto a questo punteggio principale, esiste però un ulteriore vantaggio specifico legato al concorso stesso. Le tabelle di valutazione attualmente in vigore prevedono che il superamento del concorso ordinario attribuisca ulteriori tre punti, riconosciuti come titolo aggiuntivo distinto e autonomo rispetto all’abilitazione. È un punteggio piccolo ma strategico, perché si somma al valore del titolo abilitante e consente al docente di rafforzare ulteriormente la propria posizione nelle GPS o nelle graduatorie interne di istituto. In altre parole, il concorso non offre soltanto il riconoscimento giuridico dell’abilitazione, ma aggiunge anche un vantaggio meritocratico extra che può fare la differenza nei contesti più competitivi.
Per questa ragione, il concorso sul sostegno rappresenta non solo un passaggio chiave per accedere a un titolo stabile e riconosciuto, ma anche un’occasione concreta per migliorare il proprio punteggio e, di conseguenza, la propria spendibilità professionale. È un ulteriore elemento che contribuisce a spiegare perché anche docenti già di ruolo tramite le procedure straordinarie, come quelle previste dall’articolo 59, continuino a ritenere strategica la partecipazione ai concorsi ordinari.
Anche questo elemento spiega la scelta di molti docenti già stabilizzati tramite art. 59: partecipare al concorso offre un vantaggio professionale concreto, sia nell’immediato sia nel lungo periodo. Il punteggio aggiuntivo derivante dal titolo abilitante può migliorare la propria posizione nelle graduatorie interne di istituto, rendere più agevole la mobilità territoriale e accrescere le opportunità di ottenere incarichi aggiuntivi come coordinamenti, funzioni strumentali o ruoli in progetti inclusivi finanziati con fondi dedicati.
Complessivamente, la distinzione tra specializzazione e abilitazione rimane il cardine interpretativo del sistema: la specializzazione forma, il concorso abilita. L’art. 59 permette l’accesso al ruolo, ma non sostituisce il valore dell’abilitazione concorsuale, che continua a rappresentare il titolo più solido e riconosciuto per costruire una carriera strutturata nel sostegno. È per questo che, nonostante le diverse vie di accesso, molti docenti scelgono ancora oggi il concorso come punto di arrivo imprescindibile.