Taglio fondi per Tutor e Orientatori: l' allarme dei sindacati
La riduzione dei fondi destinati ai docenti tutor e orientatori per l’anno scolastico 2024/25 sta scatenando un acceso dibattito tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) e i sindacati del s...

La riduzione dei fondi destinati ai docenti tutor e orientatori per l’anno scolastico 2024/25 sta scatenando un acceso dibattito tra il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) e i sindacati del settore scolastico. Rispetto ai 150 milioni di euro stanziati nell’anno precedente, il budget per il 2024/25 è stato dimezzato a soli 84 milioni di euro. La decisione, anche se mitigata dalla disponibilità di fondi POC “Per la Scuola” 2014-2020, pari a 183 milioni di euro per attività aggiuntive di orientamento, ha suscitato una forte reazione da parte delle organizzazioni sindacali, tra cui FLC CGIL, Gilda-Unams e Anief.
La FLC CGIL ha espresso la sua preoccupazione per la natura temporanea di queste risorse. Secondo il sindacato, il modello di finanziamento limitato a un solo anno scolastico non permette una programmazione stabile e sostenibile per le attività di orientamento. Inoltre, la CGIL critica il rischio di una sovrapposizione dei ruoli di tutor e orientatore con quelli già presenti nei consigli di classe, riducendo così l’efficacia del sostegno agli studenti.
Gilda-Unams ha invece sottolineato come la figura del tutor si inserisca in un contesto didattico già strutturato, rischiando di creare un’ulteriore frammentazione nel processo educativo. Secondo il sindacato, sarebbe stato più coerente con la realtà scolastica italiana attribuire il ruolo di tutor direttamente ai coordinatori di classe, già coinvolti nel supporto agli studenti. La proposta mira a valorizzare l’autonomia scolastica e a evitare la creazione di figure aggiuntive che possano interferire con il lavoro degli organi collegiali.
Anief, da parte sua, chiede un ampliamento della platea di docenti che possono assumere il ruolo di tutor, includendo anche i docenti a tempo determinato. Questa misura, secondo il sindacato, permetterebbe una maggiore flessibilità e garantirebbe un migliore riconoscimento economico per le attività di tutoraggio, spesso già svolte senza compensi adeguati.
Nonostante le risorse aggiuntive dai fondi europei, i sindacati restano critici sulla gestione del MIM e sulla scelta di ridurre il finanziamento nazionale. La FLC CGIL ha già ventilato la possibilità di ricorrere a vie legali per tutelare le prerogative contrattuali dei docenti, ribadendo l’importanza di una regolazione delle retribuzioni attraverso il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL).
Questa situazione di incertezza e malcontento rende difficile la gestione delle attività di orientamento nelle scuole italiane. I sindacati chiedono al Ministero di rivedere le sue posizioni e di garantire un sostegno economico più consistente e duraturo, in modo da poter offrire agli studenti un servizio di orientamento adeguato e continuativo.