C’ è ricorso al TAR e ricorso al TAR: bocciate mia figlia!

I pessimi rapporti tra genitori e docenti hanno tenuto banco anche in questo inizio di estate 2023 con la vicenda della studentessa trentina ammessa dal TAR a sostenere l’ esame di stato in sessione s...

A cura di Norberto Gallo
20 luglio 2023 13:30
C’ è ricorso al TAR e ricorso al TAR: bocciate mia figlia! -
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I pessimi rapporti tra genitori e docenti hanno tenuto banco anche in questo inizio di estate 2023 con la vicenda della studentessa trentina ammessa dal TAR a sostenere l’ esame di stato in sessione straordinaria (e poi bocciata) nonostante la bocciatura del consiglio di classe.

La vicenda è nota ed stata ripresa per diverse settimane dalla stampa nazionale che ha proposto fiumi di considerazioni sull’ accaduto.

A spostare la discussione sul terreno della giustizia e dei limiti che dovrebbe avere l’ operato dei magistrati, in particolare sull’ opportunità di provvedimenti giudiziari cautelari relativamente agli esiti degli scrutini, è stato Sergio Soave dal quotidiano il Foglio il 12 luglio scorso.

Nell’ editoriale «L’esondazione giudiziaria del Tar che ammette anche gli studenti alla maturità», Soave spiega «La prassi è quella di accettare “con riserva” le richieste di annullamento di un atto amministrativo, il che evita al Tar di esprimere un giudizio di merito, ma anche senza questo, di annullare le scelte di altri organismi, in questo caso il consiglio dei professori del liceo. Una prassi di questo tipo consente al Tar di prendere decisioni immediatamente operative senza assumersene pienamente la responsabilità e senza procedere a un esame di merito del quesito sottoposto al suo giudizio». Il rischio è ledere il principio di responsabilità «che dovrebbe essere centrale nella scuola, e non solo».

A ribadire la tesi dell’ esondazione, interviene due giorni dopo il Direttore Claudio Cerasa: «I commentatori, in questi giorni, si sono concentrati molto sul tema Tar, sul come sia possibile che un tribunale amministrativo possa sentirsi in dovere di intromettersi in questioni che non dovrebbero minimamente riguardarlo. Ma in pochi si sono invece concentrati su un fatto molto più grave: cosa diavolo può spingere i genitori di uno studente a convincersi di saperne più degli insegnanti»? Già. Che cosa? La risposta per il Direttore è da ricercare in un vero e proprio modello culturale diffusosi negli anni. «Il tema è sempre quello: uno vale uno. Si dirà: ma è un caso isolato, di che stai parlando, non generalizzare, che vuoi che sia un ricorso al Tar. Sarebbe bello fosse così. Ma la cronaca quotidiana ci mostra purtroppo un mondo diverso. Un mondo dove l’autorità degli insegnanti, delle scuole, dei presidi è minacciata ogni giorno da orde di genitori desiderosi di aggredire uno dei princìpi non negoziabili di una democrazia: il potere della delega. E così si ricorre al Tar per tutto».

Chiaro no? Al netto dei troppi genitori compiacenti, il problema è pensare che gli organismi deputati a scegliere non siano in grado di farlo (in questo caso il consiglio di classe).

Solo che presumibilmente tanto chiaro non era stato.

Nella posta ai lettori di qualche giorno dopo la sorpresa. A firma “Francesca Merlo – già docente di scuola primaria”, arriva il racconto di una vicenda di quasi vent’ anni fa che fece a suo modo notizia. Quella di una coppia di genitori che ricorsero al TAR contro la promozione della figlia quindicenne. La ragazza era stata promossa dopo gli esami di verifica estivi su tre ‘debiti’. Il consiglio di classe aveva deliberato la promozione, ma i genitori ricorsero per ribaltare il giudizio. La vicenda finì con la ripetizione dello scrutinio finale che però confermò il verdetto di promozione già deliberato la prima volta.

«Pur condividendo quanto da lei sostenuto circa l’eccesso di ricorsi e la difesa del potere di delega, ritengo che tale potere non possa configurarsi come illimitato; qualcuno deve esercitare un controllo di “legalità”; e questo controllo può essere esercitato dal Tar quando si rilevino le suddette discrepanze: ricercare un percorso scolastico serio per se stessi o per i propri figli è un diritto. Purtroppo da anni molti genitori hanno scambiato la collaborazione con la scuola con il diritto di sindacare nel merito della didattica, in questo incoraggiati da una serie di disposizioni ministeriali che, complici i sindacati, hanno via via ridotto la professione docente a un ruolo impiegatizio, togliendole autorevolezza agli occhi di studenti e dell’intera società».

La tesi della lettrice è in soldoni: esiste la necessità di controllare l’ operato degli organismi deputati a svolgere certi compiti, certi genitori ne abusano chiedendo la promozione al TAR, ma io e mio marito abbiamo chiesto la bocciatura il che rende del tutto diverse le cose.

Serafica ed appropriata la risposta: «Lei ha ragione quando dice che i genitori hanno scambiato la collaborazione con la scuola con il diritto di sindacare nel merito della didattica. Ma se vogliamo proteggere gli insegnanti, dovremmo ricordare che la cultura del ricorso è sbagliata sempre. Sia quando si protesta per una bocciatura, sia quando si protesta per una promozione.  Grazie della lettera».

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