Toccare i glutei per pochi secondi non è reato. Collaboratore scolastico assolto dall' accusa di violenza sessuale nei confronti di una studentessa diciassettenne

E’ stato assolto il collaboratore scolastico (ultrasessantenne) che ad aprile del 2022 era stato denunciato da una studentessa (diciassettenne) con l’ accusa di violenza sessuale.Il pm che aveva preso...

A cura di Norberto Gallo
08 luglio 2023 21:34
Toccare i glutei per pochi secondi non è reato. Collaboratore scolastico assolto dall' accusa di violenza sessuale nei confronti di una studentessa diciassettenne -
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E’ stato assolto il collaboratore scolastico (ultrasessantenne) che ad aprile del 2022 era stato denunciato da una studentessa (diciassettenne) con l’ accusa di violenza sessuale.

Il pm che aveva preso in carico il caso aveva chiesto la condanna a 3 anni e 6 mesi di reclusione ritenendo abbondantemente provato il racconto della ragazza, anche grazie alla presenza di testimoni. Secondo quel racconto, il 12 aprile di un anno fa, mentre la studentessa sta salendo le scale con un’ amica per tornare in classe, sente i pantaloni che stanno calando e proprio in quel momento qualcuno da dietro che le mette le mani nei pantaloni, sotto gli slip. Poi sente quelle mani toccarle i glutei, afferrare le mutandine e sollevarla. La ragazza – continua il racconto fatto ai giudici – si gira, vede il collaboratore scolastico e si allontana atterrita. A quel punto il collaboratore scolastico la insegue e le dice “amo’, lo sai che scherzavo”. Un racconto confermato dall’ amica della ragazza, come riportano i giudici nel testo della sentenza. E perfino l’ imputato ammette, nel corso del processo, di aver toccato i glutei della ragazza, ma di averlo fatto “per scherzo” e senza mettere le mani sotto ai pantaloni.

I giudici della V Sezione Penale credono alla ragazza, quindi. Ma credono anche al collaboratore scolastico. Il “palpeggiamento” c’ è stato ed effettivamente è durato tra i cinque e i dieci secondi, come ha detto la studentessa. Ma è avvenuto senza l’ intenzione di molestarla. Si è trattato piuttosto di una manovra maldestra, «accidentale», tanto che «appare convincente la tesi difensiva dell’atto scherzoso».

Quindi quello che sembrava un palpeggiamento a tutti gli effetti non lo era perché involontario, ma sopratutto era durato appena una manciata di secondi. E, concludono i giudici, “il fatto non costituisce reato”

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