Trasferimenti scuola, la denuncia di SGS: “Docenti e ATA scavalcati dalla 104, servono più controlli”
Ancora una volta, migliaia di docenti e personale ATA con lunghi anni di servizio e punteggi elevati vedono sfumare il sogno del trasferimento vicino casa. A lanciare l’allarme è Mucci, rappresentante...

Ancora una volta, migliaia di docenti e personale ATA con lunghi anni di servizio e punteggi elevati vedono sfumare il sogno del trasferimento vicino casa. A lanciare l’allarme è Mucci, rappresentante del sindacato SGS – Scuola Giustizia Sociale, che denuncia come l’applicazione della Legge 104/1992 stia generando gravi disparità nei movimenti del personale scolastico.
“Ogni nostra richiesta di trasferimento viene puntualmente scavalcata da chi presenta la 104 per assistere un familiare” – dichiarano i docenti coinvolti.
I numeri che fanno discutere
Secondo i dati forniti da SGS, su oltre mille movimenti interprovinciali richiesti verso le regioni del Sud, più della metà è stata possibile grazie alle precedenze previste dalla legge 104. Questo ha determinato l’esclusione di molti lavoratori con punteggi superiori, maturati con anni di servizio, sacrifici e spesso lunghe permanenze al Nord.
La legge 104 riconosce giustamente delle tutele per chi assiste familiari con disabilità, ma secondo SGS i numeri attuali fanno pensare a un possibile abuso del sistema. A preoccupare, infatti, non è la norma in sé – “nessuno ne mette in dubbio l’importanza” ribadisce Mucci – ma la scarsa trasparenza nel processo di riconoscimento dei benefici.
Al Sud boom di precedenze, al Nord trasferimenti bloccati
Il fenomeno è particolarmente marcato nel Mezzogiorno, dove le richieste di rientro sono numerose e le possibilità limitate. Al Nord, al contrario, la mobilità è quasi ferma. Il risultato è un sistema a due velocità, in cui i punteggi alti non garantiscono nulla e chi usufruisce delle precedenze riesce spesso ad aggirare l’attesa.
“Conosco casi imprescindibili, ma anche richieste che sollevano dubbi. Questi numeri non si giustificano più. Servono controlli rigorosi” – afferma Mucci.
Il nodo delle certificazioni
Al centro della polemica c’è il rilascio delle certificazioni che attestano il diritto alla precedenza ai sensi della 104. SGS non contesta i diritti dei soggetti fragili, ma sottolinea la mancanza di controlli incrociati tra enti sanitari, INPS e Ministero dell’Istruzione.
Secondo il sindacato, basterebbe un sistema informatizzato di verifica dei requisiti e un coordinamento interistituzionale, per garantire che i benefici vengano concessi solo in presenza di reali e documentati bisogni.
La proposta di SGS
Mucci propone l’istituzione di una cabina di regia ministeriale per monitorare tutte le richieste di precedenza legate alla legge 104. L’obiettivo è duplice: tutelare i diritti dei disabili e garantire equità tra lavoratori, evitando che chi ha maturato punteggi elevati venga sistematicamente escluso dalla mobilità.
“Lo dobbiamo ad Anna e a tanti colleghi che aspettano da anni di rientrare. Un sistema giusto non può fondarsi sull’ingiustizia” – conclude il rappresentante SGS.
Un equilibrio difficile ma necessario
La questione sollevata da SGS è delicata: si muove tra il rispetto per i diritti dei più fragili e la tutela di una meritocrazia spesso disattesa. La legge 104 resta un presidio fondamentale di civiltà, ma richiede trasparenza, controllo e responsabilità da parte di tutti gli attori coinvolti.
Se il Ministero non interverrà con strumenti efficaci di verifica e monitoraggio, il rischio è quello di alimentare tensioni tra colleghi, sfiducia nel sistema e un crescente senso di frustrazione in chi, nonostante tutto, continua a lavorare lontano da casa, sperando ogni anno in un trasferimento che non arriva mai.