Uciim Varese: un cuore che parla: il numero 1522 diventa un messaggio vivente nelle scuole italiane

L’iniziativa promossa dalla UCIIM – Sezione “Paolo Borsellino e Rocco Chinnici” di Varese ed Emilio Corrao, genero di Rita Borsellino, unisce migliaia di studenti nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

A cura di Redazione Redazione
21 novembre 2025 09:31
Uciim Varese: un cuore che parla: il numero 1522 diventa un messaggio vivente nelle scuole italiane -
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In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, la scuola italiana si mobilita attraverso un gesto semplice ma potentissimo: un cuore rosso che porta al centro il numero 1522, la linea nazionale antiviolenza e antistalking.

 L’iniziativa, intitolata “Un cuore che parla: 1522”, è stata lanciata dalla UCIIM – Sezione “Paolo Borsellino e Rocco Chinnici” di Varese insieme a Emilio Corrao, genero di Rita Borsellino, figura simbolo dell’impegno civile e della lotta alla mafia in Italia. I promotori sono anche ideatori e garanti del progetto nazionale “Pensilina Rossa – 1522: Il Valore delle Donne contro ogni forma di violenza”, un percorso educativo nato per diffondere consapevolezza, responsabilità e prevenzione nelle scuole di ogni ordine e grado.

 Un gesto semplice che diventa cultura

L’iniziativa invita studenti, docenti, dirigenti scolastici, personale ATA e famiglie a realizzare due cuori rossi, ispirati a un’idea dell’Associazione Genitori A.Ge. “Giuseppe Pitrè” e del MO.VI Palermo. Su ciascun cuore viene scritto il numero 1522, riferimento immediato e gratuito per tutte le vittime di violenza domestica e stalking.

 Un cuore viene conservato, mentre l’altro viene donato a un compagno, a un collega, a un familiare: il messaggio viaggia così da persona a persona, trasformandosi in una catena di solidarietà e consapevolezza.

 Il gesto culmina con una fotografia – individuale o di gruppo – nella quale i partecipanti mostrano il loro cuore rosso: un modo per “metterci la faccia”, per dichiarare pubblicamente il proprio NO alla violenza e la propria adesione a una cultura fatta di rispetto, ascolto e responsabilità.

 Una rete nazionale che cresce

Le fotografie inviate saranno raccolte in un grande mosaico nazionale che sarà diffuso il 25 novembre. Un’opera collettiva che rappresenta simbolicamente l’Italia che sceglie di non girarsi dall’altra parte.

 La risposta delle scuole alla proposta è già significativa: tanti istituti, associazioni e gruppi giovanili stanno aderendo, segno che la società civile è pronta a mobilitarsi quando trova un linguaggio semplice e immediato per far sentire la propria voce.

 Dal ricordo all’impegno: un’eredità che continua

La presenza di Emilio Corrao, genero di Rita Borsellino, conferisce all’iniziativa una dimensione di forte carica simbolica. Rita Borsellino ha incarnato per decenni un impegno civile limpido, dedicato alla promozione della legalità, alla difesa dei diritti e alla vicinanza ai più fragili.

 “Diffondere il numero 1522 significa diffondere protezione,” spiegano Corrao e Filippo Tomasello, co-promotori dell’iniziativa. “Significa dire alle donne – e a chiunque viva una condizione di violenza – che non sono sole, che un aiuto esiste e che la comunità è accanto a loro.”

 In un momento storico in cui la cronaca riporta, quasi quotidianamente, episodi di violenza sulle donne, è fondamentale che la scuola – primo presidio educativo del Paese – faccia la sua parte.

 La scuola come presidio culturale

“Un cuore che parla: 1522” non è soltanto una campagna simbolica, ma un modo per riportare al centro dell’educazione affettiva concetti chiave come empatia, rispetto, responsabilità e parità.

 L’iniziativa riconosce inoltre un ruolo importante agli uomini e ai ragazzi, chiamati esplicitamente a dichiarare la propria distanza da ogni forma di violenza e a farsi promotori di una cultura non violenta e inclusiva. Perché il cambiamento passa soltanto attraverso un’alleanza sociale ampia, condivisa e capace di rimettere al centro l’essere umano.

 Un Paese che si accende di rosso

La speranza dei promotori è che il 25 novembre l’Italia si accenda di centinaia di cuori rossi: nelle scuole, negli uffici, nelle piazze, sui social. Un unico grande messaggio: il numero 1522 deve essere conosciuto da tutti, soprattutto da chi ha bisogno di aiuto.

 Un numero, un gesto, un cuore: strumenti semplici ma potenti, capaci di generare cambiamento reale, perché – come ricordava spesso Paolo Borsellino – “la rivoluzione si fa nelle piccole cose di ogni giorno.”

 E questa rivoluzione culturale parte proprio da qui, dai bambini e dai ragazzi, dalla scuola e dalle comunità che scelgono di educare alla non violenza.

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