Lo si impara a Scuola per migliorare la vita di tutti i giorni. Il compito della scuola è di educare gli studenti alle materie studiate ma anche alle responsabilità circa il mantenimento del proprio benessere psicofisico che, secondo gli esperti, può trovare in alcuni comportamenti alimentari scorretti come importanti fattori di rischio per la salute e per il rendimento scolastico. Seppur il nostro Paese sia universalmente riconosciuto per una cultura del cibo particolarmente sviluppata, ad oggi i dati dicono che l’Italia è al primo posto in Europa per obesità infantile, dato preoccupante se si pensa alla grande importanza conferita dalle istituzioni al consumo consapevole e sostenibile di cibo e risorse. I motivi sono da ricercare nell’eccessivo consumo di carboidrati ma anche di grassi e zuccheri che i più giovani consumano in quantità attraverso bevande e merendine. Primo imputato è la mancanza di consapevolezza della qualità del cibo consumato, ma anche l’assenza di attività fisica costante per tenersi in forma e bruciare le calorie assunte.


In questo senso il cibo può essere considerato come vera e propria materia di studio finalizzata anche a rinforzare ancora di più il legame tra gli studenti e le loro famiglie. La scuola può svolgere questo ruolo di divulgazione.
Il decreto ministeriale MIUR. N. 693 del 20/4/2018 ha istituito il Comitato Tecnico Scientifico del MIUR per l’Educazione Alimentare e, prima ancora, nel 2015 ha emanato le linee guida per l’educazione alimentare che ha riconosciuto la Cultura Alimentare italiana come patrimonio da condividere e internazionalizzare. Con tali linee guida Il MIUR si definisce interlocutore privilegiato continuativo dei giovani e degli studenti. Per loro tramite e grazie ai docenti, è possibile partecipare alle famiglie un percorso informativo e formativo sul cibo e sulla cultura alimentare che duri nel tempo, sottolineando adeguatamente l’importanza della corretta attività fisica (motoria, ludica e sportiva), con attualità e aggiornamenti costanti.


Per il MIUR solo attraverso un’ampia e aggiornata conoscenza del sistema alimentare è possibile fare scelte corrette, per sé stessi e per la collettività della quale facciamo parte. Proprio i giovani potranno realizzare il cambiamento in positivo: meno sprechi di cibo e di acqua, conseguente ricerca della qualità globale, lotta alla illegalità, scelta di prodotti del territorio e secondo la stagione, valorizzazione delle eccellenze del Made in Italy e delle produzioni locali, rispetto delle abitudini e delle usanze alimentari di altri Paesi, dialogo interculturale, sensibilità alla cittadinanza globale e allo sviluppo sostenibile inteso secondo criteri ecologici, sociali ed economici.
La cultura alimentare italiana, dunque, quale paradigma qualitativo di riferimento della Food Education, disponibile ad essere condivisa e adottata, anche attraverso il nostro modello di Educazione Alimentare.

 

 

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