“Alvaro. Più di una vita”, viaggio dentro le pieghe di un’esistenza segnata dall’impegno intellettuale e da un amore tormentato per la vita e la scrittura

Più di una vita”, opera narrativa di Giusy Staropoli Calafati. Una rappresentazione che non si è fermata solo ad una narrazione biografica del grande scrittore

A cura di Redazione Redazione
22 settembre 2025 11:56
“Alvaro. Più di una vita”, viaggio dentro le pieghe di un’esistenza segnata dall’impegno intellettuale e da un amore tormentato per la vita e la scrittura -
Condividi

Lamezia Terme, 22 settembre 2025 – La visione letteraria che Caudex Festival, diretto da Sabrina Pugliese, ha messo in scena sul palco del Teatro Grandinetti, nel secondo appuntamento del suo cartellone, è stata quella di “Alvaro. Più di una vita”, opera narrativa di Giusy Staropoli Calafati. Una rappresentazione che non si è fermata solo ad una narrazione biografica del grande scrittore, ma è stato un vero e proprio viaggio dentro le pieghe di un’esistenza segnata dall’impegno intellettuale e da un amore tormentato per la vita e per la scrittura.

Come ha voluto sottolineare l’autrice, il suo non è un romanzo biografico in senso stretto: il titolo, esplicitamente evocativo del “Quasi una vita” di Alvaro, manifesta fin dal principio la sua intenzione di fare dell’opera un libro dal respiro più ampio, più poetico che cronachistico. Alvaro viene raccontato non solo attraverso la rievocazione dei giorni e delle vicende della sua vita, ma anche e soprattutto ponendo l’accento sulla densità umana ed emotiva che la sua storia ancora continua a trasmettere ai posteri.

Guidati dai passi stimolanti del dialogo che l’autrice ha intrattenuto con Sabrina Pugliese e Antonio Pagliuso, gli spettatori sono stati condotti per mano a rovistare tra le radici calabresi dello scrittore, a contemplarne la vita fin dalle nebbie dell’infanzia, attraversando i tormenti della maturità fino alle ombre dell’ultima malattia. La messa in scena dello spettacolo ha potuto godere di una regia che ha seguito una scansione precisa, partita dal giovane e ribelle Alvaro della prima scena, al volto segnato dalla guerra, giunta al periodo romano con l’incontro con Ester Celli, la donna che lo ospitò durante i suoi studi, conclusa con i quadri finali, intessuti del difficile confronto con il padre sulla tessera fascista e del ritratto dei salotti letterari di Margherita Sarfatti, consigliera del Duce, comunque frequentati dallo scrittore.

Sul palco, dietro un cartellone con scorci di vita di Corrado Alvaro, una panchina solitaria dove si sono succeduti gli attori Nunzio Santoro, Angela Gaetano, Walter Vasta, Renato Santorelli, Daniela Muraca e Michele Muraca, che hanno dato corpo e voce alle diverse sfumature di Alvaro e degli uomini e delle donne che hanno attraversato la sua vita. La loro interpretazione corale ha restituito un mosaico vivido, alternando intensità drammatica a momenti di grande riflessione.

Suggestivo il ruolo della musica di Antonio Grasso, che ha accompagnato i quadri teatrali con il suono del suo organetto. Alla fine, gli applausi lunghi e convinti hanno suggellato la sensazione di aver assistito a un incontro intimo con un uomo dal respiro italiano ed internazionale che ha attraversato il Novecento con la forza della parola e l’amore viscerale per la sua terra. Una terra che abbiamo ritrovato anche nel buffet di saluto con il pane, l’olio e il peperoncino.

Segui La Voce della Scuola