Atlante dell’Infanzia (Save the children 2025). La relazione cercata dai ragazzi con L’ l’IA
Atlante dell'Infanzia (Save the children 2025). L'empatia artificiale il nuovo contesto adolescenziale
Atlante dell'Infanzia (Save the children 2025). Gli adolescenti e la relazione con l''IA
Atlante dell'Infanzia (Save the children 2025). Un'articolata radiografia onlife degli adolescenti presenta uno scenario che non ci lascia sorpresi: il bisogno di relazionarsi con l'IA. Si legge:"Il41,8% dei ragazzi e delle ragazze tra i 15 e i 19 anni intervistati afferma di essersi rivolto a strumenti di Intelligenza artificiale per chiedere aiuto in momenti in cui si sentiva triste, solo/a o ansioso/a. Una percentuale simile, oltre il 42%, per chiedere consigli su scelte importanti da fare (relazioni, sentimenti, scuola, lavoro). Il 92,5% degli adolescenti ascoltati utilizza strumenti di IA, contro il 46,7% degli adulti. Il 30,9% - quasi un/a ragazzo/a su tre - tutti i giorni o quasi, il 43,3% qualche volta a settimana, solo il 7,5% non la utilizza mai".
Si comprende il fenomeno se lo contestualizziamo in una iperconnessione che ha i suoi effetti sulla partecipazione alla vita reale. In altri termini, onlife sta riducendo di molto la dimensione offline. Si legge ancora: "un adolescente su due non ha mai visitato mostre o musei nel 2024[7] (oltre il 60% nel Mezzogiorno), il 21,2% non è mai andato al cinema, il 46,2% non legge libri al di là di quelli scolastici.Il 18,1% non fa nessuna attività fisica, percentuale che sale al 29,2% nel Mezzogiorno. Meno della metà (47,6%) dei giovani tra i 15 e i 24 anni ha fatto una gita o una vacanza di almeno una notte, in Italia o all’estero, rispetto all’81% dei giovani spagnoli e il 90% degli olandesi...Nel 2023-24, il 29,2% degli adolescenti è riuscito a partecipare almeno ad un concerto delle artiste o artisti amati, con una prevalenza femminile, il 35% delle ragazze e il 24% dei ragazzi. Il 12% dei 1317enni ha invece ascoltato dal vivo un concerto di musica classica, un dato che aumenta se i genitori sono laureati, arrivando al 16,7% per i concerti di musica classica e al 36,3% per tutti gli altri concerti. Soltanto l’8,4% frequenta corsi di musica in orario extrascolastico."
Alcune riflessioni
Il rivolgersi all'IA esprime il bisogno di relazione che caratterizza il nostro esistere. Nello specifico l'identità dell'adolescente necessità di una sporgenza, di un uscire da se stessi per osservare il mondo, relazionandosi con gli altri. Ognuno di questi diventa un Tu, necessario alla costituzione dell'Io (Buber). Contrariamente a quella occidentale condizionata dall'io cartesiano, La filosofia ebraica si caratterizza per la sua apertura all'alterità. Solo per citare alcuni esempi: Rosenzweig, Buber, Levinas, Stein (ebrea ma convertita).
Il ricorso a un Tu artificiale è conseguente al rifuggire la complessità di una relazione umana. Nella realtà il Tu non sempre è disponibile, non sempre è inclino all'ascolto... entrano in gioco dinamiche tutte riferite al vissuto, all'età... In sintesi: ogni relazione umana è sempre complicata e questo implica impegno, fatica a mantenerla e svilupparla.
Tutto questo è azzerato dall'interazione con l'IA, in quanto è una macchina tendente a ottimizzare ogni richiesta. A maggio è uscito un interessante lavoro di M. Canducci Empatia digitale (Egea 2025). Il lavoro inizia presentando un breve colloquio "«Alexa, mi sento solo». «Mi dispiace che ti senta così. Vuoi che ti ascolti un po’? Sono qui per te».
Da qui M. Canducci rivela i meccanismi di raccolta, lettura e delle informazioni dell'IA (cinque pilastri della comunicazione non verbale) per formulare la risposta non umana e quindi superficiale della macchina. Il primo livello è caratterizzata dalla composizione di stati d'animo umano attraverso l'assemblaggio di informazioni. Ad esempio scrive M. Canducci "la felicità con il sorriso, il tono di voce vivace, e l' entusiasmo; la tristezza con lo sguardo abbassato, la voce più lenta o monotona"... Seguono altre fasi di ottimizzazione dei significati, giungendo a quello conclusivo dove "la trasmissione all’essere umano, rappresenta il momento cruciale in cui tutti gli elementi precedenti si fondono in un’esperienza coerente e significativa. Questo processo richiede una orchestrazione perfetta di tutti i canali comunicativi e un sistema sofisticato di feedback che permette alla macchina di monitorare costantemente l’efficacia della sua comunicazione"(M. Canducci)