Concorsi per docenti: un sistema inefficace che penalizza i precari
Nel sistema scolastico italiano, i precari della scuola vivono un’ennesima beffa: pur avendo vinto i concorsi del 2023-24, migliaia di insegnanti sono costretti a ripetere le prove per via delle nuove...

Nel sistema scolastico italiano, i precari della scuola vivono un’ennesima beffa: pur avendo vinto i concorsi del 2023-24, migliaia di insegnanti sono costretti a ripetere le prove per via delle nuove regole imposte dall’Unione Europea e dal PNRR. Come raccontato da Corrado Zunino su Repubblica, il governo italiano deve dare priorità alle assunzioni finanziate con fondi europei, creando una disparità tra chi ha già superato le selezioni e chi è in attesa del nuovo concorso.
Il sindacato CGIL, insieme ad altri, ha scritto alla Commissione Europea per chiedere una rimodulazione degli impegni, sottolineando l’insostenibile condizione di precarietà che coinvolge un lavoratore su quattro nella scuola italiana. L’appello è chiaro: garantire l’assunzione a tempo indeterminato dei docenti già risultati idonei, evitando di costringerli a ripetere prove che hanno già superato con successo.
Su piattaforme come Change.org, decine di migliaia di firme si accumulano per chiedere una graduatoria unica per i concorsi finanziati dal PNRR. Inoltre, l’Anief si prepara a supportare ricorsi da parte dei docenti che vedono nel sistema attuale una gestione ingiusta e penalizzante, che limita l’accesso al ruolo stabile per pochi decimali di punteggio.
Il problema non è nuovo: da anni, i precari della scuola si trovano intrappolati in un sistema che li sfrutta senza offrire vere prospettive di stabilizzazione. Le difficoltà legate ai concorsi si inseriscono in un quadro di malfunzionamenti che vanno ben oltre le attuali dinamiche legate al PNRR, e che richiedono riforme profonde e strutturali per rendere l’accesso alla professione docente equo e meritocratico.