Concorso PNRR per docenti annullato dal TAR: prove da rifare per violazione dell'anonimato
Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) delle Marche ha annullato la prova pratica del concorso ordinario PNRR per l’assunzione di docenti in cinque regioni italiane: Puglia, Abruzzo, Marche, Umbr...

Il Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) delle Marche ha annullato la prova pratica del concorso ordinario PNRR per l’assunzione di docenti in cinque regioni italiane: Puglia, Abruzzo, Marche, Umbria ed Emilia-Romagna. La decisione, conseguente a un ricorso presentato da un gruppo di candidati, impone la ripetizione della prova pratica per la classe di concorso B022 (Laboratori di tecnologie e tecniche delle comunicazioni multimediali), a causa della violazione dell’anonimato nella valutazione.
Questa sentenza solleva preoccupazioni non solo tra i diretti interessati, ma anche nel settore scolastico più ampio, in quanto mette in discussione la gestione delle procedure concorsuali da parte dell’amministrazione. L’annullamento di una fase del concorso per motivi legati alla trasparenza rischia di compromettere la fiducia dei partecipanti nei meccanismi di selezione pubblica.
La decisione del TAR e le sue motivazioni
Secondo la sentenza del TAR di Ancona, la procedura concorsuale ha violato il principio di anonimato in quanto ai candidati era stato chiesto di indicare il proprio nome e cognome sui fogli delle soluzioni. Questa prassi ha compromesso la trasparenza e l’imparzialità della valutazione, rendendo identificabili i concorrenti da parte della commissione esaminatrice.
Il concorso, organizzato su base interregionale dall’Ufficio Scolastico Regionale delle Marche, prevedeva prove differenziate per varie classi di concorso. Tuttavia, per la B022, la prova pratica è stata condotta in modalità scritta, configurando così l’obbligo di anonimato, come sottolineato dall’avvocato Gaetano Liperoti, rappresentante dei ricorrenti: «Quando una prova pratica viene strutturata in forma scritta, deve essere garantita la riservatezza dell’identità del candidato».
Le conseguenze della decisione
La prova pratica oggetto del ricorso era stata svolta nel maggio 2024 a Porto Sant’Elpidio e consisteva in una dimostrazione tecnica rivolta a studenti di un istituto tecnico o professionale, con un tempo massimo di otto ore. Il TAR ha evidenziato che la durata della prova non giustificava la presenza continua della commissione, elemento che avrebbe potuto preservare la trasparenza senza compromettere l’anonimato.
In applicazione della sentenza, il Ministero dell’Istruzione dovrà ora far ripetere la prova pratica per i candidati coinvolti e, successivamente, anche la prova orale. Di conseguenza, sarà stilata una nuova graduatoria di vincitori, che avrà effetto a partire dall’anno scolastico 2025/2026.
La posizione del Ministero dell’Istruzione
A seguito della sentenza, il Ministero dell’Istruzione ha chiarito che la decisione del TAR non coinvolge l’intero concorso PNRR. In una nota ufficiale, il Ministero ha precisato che la procedura riguarda esclusivamente la classe di concorso B022 per insegnanti tecnico-pratici, gestita dall’Ufficio Scolastico Regionale delle Marche e relativa a 60 posti distribuiti tra le cinque regioni coinvolte:
- Abruzzo: 2 posti
- Emilia-Romagna: 27 posti
- Marche: 8 posti
- Puglia: 14 posti
- Umbria: 9 posti
Inoltre, dei 174 candidati che avevano superato la prova scritta, 50 risultano già assunti in ruolo. Il Ministero ha ribadito che il rifacimento delle prove riguarderà esclusivamente questi 174 candidati e non inciderà sulle immissioni in ruolo già effettuate per l’anno scolastico 2024/2025, né sulle altre procedure concorsuali legate ai finanziamenti PNRR.
Le reazioni dei candidati e le critiche alla gestione del concorso
Molti candidati hanno espresso forte preoccupazione per il protrarsi delle tempistiche concorsuali. Per coloro che avevano superato la prova pratica, l’annullamento della procedura rappresenta un ostacolo inaspettato, che potrebbe ritardare il loro ingresso nella professione di insegnante.
Alcuni esperti del settore hanno sottolineato che episodi di questo tipo mettono in evidenza criticità nel sistema di reclutamento scolastico. In particolare, emerge la necessità di migliorare la gestione delle prove concorsuali, affinché errori procedurali come la violazione dell’anonimato non si ripetano in futuro.
«È fondamentale che il Ministero dell’Istruzione garantisca procedure concorsuali corrette e trasparenti, affinché la selezione degli insegnanti avvenga nel pieno rispetto delle normative», ha dichiarato un rappresentante sindacale del settore scolastico.
Conclusioni
La sentenza del TAR rappresenta un importante precedente sulla corretta gestione delle prove concorsuali, sottolineando la necessità di garantire sempre il principio di anonimato per assicurare trasparenza e imparzialità. La ripetizione delle prove comporterà inevitabili ritardi per i candidati coinvolti, ma non avrà impatti generalizzati sull’attuazione del piano di assunzioni previsto dal PNRR.
Nel frattempo, il Ministero è chiamato a rivedere le proprie procedure per evitare che situazioni analoghe possano ripetersi in futuro, garantendo il rispetto dei principi di equità e imparzialità nelle selezioni pubbliche per l’accesso all’insegnamento.