Cosa assegna davvero lo Stato: non il “docente”, ma le risorse di sostegno

La normativa non entra nel dettaglio su quanti docenti debbano o possano coprire questo monte ore. Questo è un primo punto fondamentale

A cura di Diego Palma Diego Palma
25 novembre 2025 19:08
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Cosa dice, in sostanza, la normativa

Riassumendo:

  • La normativa definisce le ore di sostegno, non il numero di docenti.

  • Non esiste alcun divieto di assegnare più docenti di sostegno allo stesso alunno, neppure in presenza di 18 ore e riduzione oraria.

  • Gli atti più recenti (D.I. 182/2020, D.I. 153/2023, D.M. 32/2025 e note ministeriali 2023–2025) puntano fortemente sulla continuità didattica, ma non introducono limiti numerici: spingono verso il mantenimento dello stesso docente, non vietano la compresenza di più docenti.

  • La scelta operativa (uno, due o più docenti) è rimessa all’autonomia scolastica e va sempre letta alla luce del diritto soggettivo dello studente ad un sostegno adeguato e continuativo.

    Gestire il PEI con più docenti di sostegno: continuità educativa e tutela della privacy

    Quando uno studente con disabilità viene affiancato da più docenti di sostegno, la scuola si trova di fronte a un duplice compito: garantire un progetto educativo coerente e, allo stesso tempo, tutelare la riservatezza dei dati personali contenuti nel PEI. È una sfida che richiede equilibrio, perché il PEI non è soltanto un documento organizzativo: al suo interno ci sono informazioni sensibili, diagnosi sanitarie, valutazioni funzionali, strategie educative e osservazioni che descrivono nel dettaglio il profilo dello studente. Tutto questo rientra a pieno titolo tra i dati particolari tutelati dal GDPR.

    La prima domanda che spesso ci si pone è se sia legittimo che più docenti abbiano accesso al PEI. La risposta è sì: non solo è legittimo, ma è indispensabile. Ogni docente di sostegno assegnato allo studente deve conoscere gli obiettivi, le misure previste e le modalità operative definite dal GLO. Il PEI, infatti, è un documento unitario e condiviso; non può essere “parcellizzato” a seconda di chi entra in classe. La base giuridica che consente ai docenti di trattare quei dati non è il consenso della famiglia, ma il fatto che si tratta di un compito istituzionale della scuola. È proprio il legislatore – attraverso il D.Lgs. 66/2017, il GDPR e le linee guida ministeriali – a stabilire che chi opera nell'inclusione ha diritto (e dovere) di accedere alle informazioni necessarie.

    Certo, più docenti significa anche il rischio che troppe mani si alternino sullo stesso materiale. Per questo è importante che la scuola organizzi l’accesso in modo sicuro e tracciabile. Il PEI deve essere conservato in formato digitale o cartaceo in luoghi protetti, e i docenti devono consultarlo tramite gli strumenti istituzionali, evitando copie personali su computer privati o invii tramite email non protette. La privacy non impone divieti assoluti, ma regole di buon senso: conoscere ciò che serve, conservare solo ciò che è necessario, evitare la diffusione impropria di informazioni che appartengono alla sfera più intima dello studente.

    Un altro aspetto importante riguarda la continuità educativa. Anche se la normativa non vieta che lo stesso alunno sia seguito da più insegnanti, avere troppi docenti può rendere più difficile mantenere una linea educativa coerente. Per questo, quando intervengono due o più docenti di sostegno, è utile che la scuola individui un referente: una figura che coordini le osservazioni, raccolga le informazioni e garantisca che tutti operino secondo una visione condivisa. In questo modo, la pluralità di docenti non diventa frammentazione, ma arricchimento.

    Infine, la privacy non deve essere vista come un ostacolo, ma come una garanzia. Quando un docente accede al PEI, lo fa in quanto soggetto formalmente autorizzato dal dirigente scolastico. Quando partecipa al GLO, contribuisce alla definizione di un progetto educativo che rispetta la dignità dello studente. E quando custodisce i dati ricevuti, esercita una responsabilità professionale e umana. La presenza di più docenti non indebolisce questa tutela: la rafforza, a condizione che la scuola sappia organizzare il lavoro nel rispetto delle regole.

    In sintesi, gestire il PEI con più docenti è possibile, legittimo e spesso necessario. L’importante è ricordare che al centro non ci sono solo strumenti e procedure, ma una persona con i suoi bisogni e la sua storia. E la privacy, lungi dall’essere un limite, è uno dei modi per rispettarla davvero.

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