Gino Cecchettin agli studenti: “Amate, vivete senza maschere e imparate a vivere i no, se i genitori vi spianano la strada cercate una sfida”

Gino Cecchettin agli studenti: “Amate, vivete senza maschere e imparate a vivere i no, se i genitori vi spianano la strada cercate una sfida”

A cura di Redazione
25 febbraio 2025 16:33
Gino Cecchettin agli studenti: “Amate, vivete senza maschere e imparate a vivere i no, se i genitori vi spianano la strada cercate una sfida” -
Condividi

Gino Cecchettin agli studenti: “Amate, vivete senza maschere e imparate a vivere i no, se i genitori vi spianano la strada cercate una sfida”. L’appello è stato lanciato oggi dal padre di Giulia durante una trasmissione sulla violenza di genere, andata in onda sui canali della casa editrice La Tecnica della Scuola, alla quale erano collegate oltre mille classi.

“Da questa vicenda ho imparato che il tempo è prezioso, perché diamo tutto per scontato e viviamo con il pilota automatico”. Ha esordito così Gino Cecchettin, papà di Giulia, vittima 15 mesi fa di un femminicidio che ha scosso l’Italia, durante l’incontro organizzato stamane dalla casa editrice La Tecnica della Scuola. A quella che si è rivelata una vera e propria lezione on line di Educazione Civica hanno partecipato oltre mille classi collegate da tutta Italia: studentesse e studenti hanno interagito con gli ospiti in studio, proponendo in continuazione domande a Cecchettin.

“Una lezione che ho imparato – ha detto il papà di Giulia – è focalizzarci sulle cose importanti. Sono riuscito a conservare la razionalità per far fronte a questa situazione. Sapevo che la rabbia e la vendetta mi avrebbero fatto del male e non mi avrebbero reso forte per i miei figli. Sapevo che la rabbia non mi avrebbe fatto andare avanti. Mi è venuta in soccorso Giulia, mi sono concentrato su una sua foto e mi è venuto un sorriso. Ho capito subito dov’era la strategia: cercare di focalizzarmi su qualcosa di bello, ho capito che l’amore è la soluzione a tutto, ho visto affievolirsi gli altri sentimenti, come il rancore, per evitare che un altro padre possa vivere il dolore che ho vissuto io”.

“La vera domanda – ha continuato Cecchettin – è cosa possiamo fare oggi: unitevi a noi, alle associazioni contro la violenza di genere, e chiedetevi cosa potete fare: organizzate dibattiti, convincete un compagno di classe che parla di proprietà nei confronti di chi dovrebbe amare, per combattere gli stereotipi che ancora oggi esistono, tutte quelle espressioni che screditano la donna. Come Fondazione abbiamo creato un comitato giovanile”.

Il dialogo del papà di Giulia con gli studenti è stato toccante: “Da genitore dico che c’è bisogno di più dialogo tra genitori e figli. Quando non c’è, dovreste essere voi studenti a chiederlo. Non c’è tempo, non c’è coscienza. Da genitore posso consigliare di non dare tutto per scontato. Dovreste imparare a vivere dei ‘no’. Se non sono i vostri genitori a farlo, perché spianano la strada a tutto, provate voi a cercare una sfida e uscire dalla comfort zone per capire che la vita non è solo una discesa. Parlate, parlate di più e cercate il dialogo”.

“Una lezione che ho imparato da mia figlia Elena è che la cultura patriarcale fa continuare le violenze, si basa su comportamenti che giustificano le violenze. Esistono ancora stereotipi di genere, che vedono l’uomo aggressivo e dominante, mentre la donna deve dedicarsi a percorsi di studio, ad esempio, dedicati alla cura. Questo fa sì che la violenza continui”.

Nel ricordare Giulia, il padre ha detto che “ha cercato le sue doti e i suoi valori e ha sempre fatto vedere quello che è, senza maschera. Questo è il modo con cui si dovrebbe vivere. Siate voi stessi come lo era Giulia e prima o poi troverete qualcuno che vi apprezzerà per quello che siete”.

Assieme a Gino Cecchettin, durante la trasmissione, moderata da Aluisi Tosolini e diretta da Daniele Di Frangia, è intervenuta più volte la sociologa Graziella Priulla, esperta delle tematiche connesse alla violenza di genere, che ha spiegato: “La cultura è millenaria. Sono convinta che si possa fare moltissimo, e lo possa fare chiunque abbia voce pubblica. Nei libri di scuola sembra che le donne non abbiamo fatto nulla, non abbiano governato, non abbiano dipinto, non abbiano fatto musica. La cancellazione è un fatto culturale. Alcune ragazze preferiscono relazioni tossiche piuttosto che la solitudine. Vorrei che le ragazze non pensassero questo”.

Il link YouTube per rivedere l’evento.

Segui La Voce della Scuola