IA e scuola. Farla entrare in aula per una gestione responsabile
IA e scuola. Intervista a Schleicher (Ocse) a ItaliaOggi (14 ottobre). Interessante la sua proposta, che guarda oltre i timori di inadeguatezza


IA e scuola. Uno stato di fibrillazione domina le coscienze
IA e scuola. Da tre quarti di secolo le nostre società hanno sperimentato diverse accelerazioni, rappresentate dall’avvento della televisione, del pc, degli smartphone e recentemente dall’IA. Ognuno di questi ha inciso significativamente sulle nostre abitudini. La discriminante è stata il tempo compresso e la diffusione. Questi fattori hanno caratterizzato l’evoluzione del cellulare (coltellino svizzero M. Spitzer) e recentemente l’avvento dell’IA. Quest’ultima spaventa per i tempi ancora più ridotti di diffusione, per la sua impalpabilità e la difficoltà a capirne i meccanismi di funzionamento. La situazione ha generato un’ eccessiva e variegata richiesta di utilizzo, accompagnata però dal timore che l’IA diventi sempre più un io cosciente, contrapponendosi all’essere umano. In altri termini, la percezione di essere colto come un nostro replicante inquieta, azzerando ogni ipotesi di sviluppo prossimo. Da qui il proliferarsi di articoli, interventi apocalittici che annunciano la graduale sostituzione dell’uomo con macchine pensanti.
La scuola sperimenta questa duplice situazione. Chiudere gli occhi o negare la cittadinanza all’IA, rappresentano due risposte inadeguate e inutili perché il mondo fuori dalla bolla scolastica cammina e corre con altri criteri
Intervista a Schleicher (Ocse)
Interessante l’intervista rilasciata da A. Schleicher (Ocse) a ItaliaOggi (14 ottobre). Il tutto può essere sintetizzato nel seguente passaggio: <<Se l’educazione non proteggerà con determinazione le capacità umane, l’intelligenza artificiale rischia di spazzare via le fondamenta stesse delle nostre comunità>> Già ora qualcuno si chiede se ha senso ancora studiare e assegnare i compiti.
Tutta l’intervista esprime una piena fiducia nella scuola e in particolare nei docenti – inevitabilmente toccati dall’innovazione- che dovranno rapidamente agire in modo da indirizzare verso l’umano l’IA. Da qui si apre lo scenario di una nuova responsabilità che deve formare studenti capaci di abbracciare ancora più l’incertezza e il nuovo, attraverso il perfezionamento del domandare, abbandonando i porti sicuri delle risposte.
Per evitare di farsi travolgere dall’IA, A. Schleicher propone dieci regole, gestite sempre dagli insegnanti adeguatamente formati e quindi disposti ad assumersi le nuove responsabilità dovute all’ibridazione dell’ambiente scolastico. Una di queste rimanda a un nuovo compito per gli insegnanti che <<dovrebbero valutare gli studenti sia in contesti “chiusi” (senza IA) sia “aperti”>>