Il corteo contro la violenza sulle donne comincia bruciando una foto del ministro Valditara
Il corteo contro la violenza sulle donne, organizzato a Roma il 23 novembre 2024 in vista della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, è iniziato con un gesto simbo...

Il corteo contro la violenza sulle donne, organizzato a Roma il 23 novembre 2024 in vista della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, è iniziato con un gesto simbolico che ha sollevato numerose polemiche. Davanti al Ministero dell’Istruzione, alcuni membri del movimento femminista “Aracne” e di altri collettivi hanno bruciato una foto del ministro Giuseppe Valditara. L’azione, documentata e condivisa sui social media, è stata accompagnata dalla frase: “Prima di raggiungere la piazza contro la violenza di genere bruciamo il ministro Valditara”, pubblicata in una storia su Instagram.
La critica al sistema educativo
Secondo gli attivisti, l’educazione rappresenta uno strumento essenziale per contrastare il patriarcato e prevenire la violenza di genere. Tuttavia, denunciano come l’attuale sistema educativo sia inadeguato a fornire le basi culturali necessarie per un cambiamento reale. Il manifesto esposto dagli attivisti, con la scritta “104 morti di Stato. Non è l’immigrazione ma la vostra educazione”, ha puntato il dito contro le istituzioni, accusandole di non fare abbastanza per affrontare il problema in modo sistemico.
Il corteo: numeri e messaggi
Dopo il gesto iniziale, il corteo ha preso il via da Piazzale Ostiense, snodandosi per le vie della capitale fino a raggiungere Piazza Vittorio Emanuele II. Migliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione, organizzata dal movimento “Non Una di Meno”. Lo slogan scelto, “Disarmiamo il patriarcato”, ha riassunto il senso della protesta. Durante il corteo sono stati ricordati i dati preoccupanti sulla violenza di genere: a un anno dal femminicidio di Giulia Cecchettin, altre 106 donne sono state vittime di femminicidio in Italia, un numero che evidenzia la persistenza del problema.
La risposta delle istituzioni
Il gesto di bruciare la foto del ministro Valditara ha generato reazioni diverse. Mentre alcuni lo hanno difeso come un atto simbolico, volto a sottolineare l’esasperazione nei confronti di un sistema percepito come inefficace, altri lo hanno condannato, ritenendolo inappropriato e divisivo. Sebbene il ministro non abbia ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali, fonti vicine al Ministero hanno espresso disappunto per l’accaduto, definendolo “un atto di violenza simbolica che non contribuisce al dialogo costruttivo”.
La violenza di genere al centro del dibattito
La manifestazione ha acceso i riflettori sulla necessità di affrontare la violenza di genere come un problema strutturale radicato nella cultura patriarcale. Le organizzatrici hanno ribadito l’urgenza di politiche educative più incisive e di interventi culturali per prevenire la violenza. I numeri dei femminicidi e delle violenze domestiche rimangono tragicamente alti, richiedendo interventi più decisi e capillari.
Verso un cambiamento culturale
Il corteo di Roma si inserisce nelle numerose iniziative legate alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, che si celebra il 25 novembre. Le manifestazioni di quest’anno puntano a sensibilizzare l’opinione pubblica e a spingere le istituzioni verso politiche concrete per affrontare il fenomeno. Le partecipanti hanno sottolineato come il cambiamento culturale sia imprescindibile per costruire una società che rifiuti ogni forma di violenza e discriminazione.