Il docente condannato per aver maltrattato i suoi studenti deve risarcire l’ Amministrazione per danno di immagine
Accade in Lombardia. Una maestra di asilo con l’ abitudine di maltrattare psicologicamente e fisicamente i bambini a lei affidati, finisce in tribunale con la denuncia penale dei genitori per maltratt...

Accade in Lombardia. Una maestra di asilo con l’ abitudine di maltrattare psicologicamente e fisicamente i bambini a lei affidati, finisce in tribunale con la denuncia penale dei genitori per maltrattamenti.
Alla fine la maestra verrà condannata per il reato (meno grave) di abuso dei mezzi di correzione e con lei la Pubblica Amministrazione, colpevole secondo i giudici di non aver fatto abbastanza per evitare l’ accaduto, è stata condannata al risarcimento in solido alle famiglie dei bambini coinvolti.
A questo punto la Corte dei Conti lombarda, con sentenza 98 del 28 maggio 2024, ha condannato la maestra alla restituzione delle cifre versate dall’ USR della Lombardia in conseguenza della sentenza penale, ma ha anche al pagamento di seimila e cinquecento euro all’ amministrazione per il danno di immagine causato dalla vicenda.
Ed è proprio questa parte della sentenza che è destinata a diventare un precedente importante nella regolazione dei rapporti tra la PA ed i suoi dipendenti.
Nella sentenza viene chiarito che la responsabilità erariale del dipendente pubblico non va limitata ai cosiddetti “reati contro la PA”, ma va estesa ai danni causati all’ immagine dell’ amministrazione di appartenenza quando viene commesso un reato dannoso per quest’ ultima. In questo caso, l’insegnante è stata condannata per aver maltrattato i bambini e la scuola è stata coinvolta come responsabile civile per i danni subiti dalle vittime.
La Corte dei conti ha stabilito che il danno di immagine consista nella compromissione del pregiudizio all’onore, al decoro e al prestigio istituzionale e aggiunge che le istituzioni scolastiche possono provare il danno all’immagine anche solo con presunzioni logico-deduttive, senza dover dimostrare il sostenimento di spese per il ripristino dell’immagine lesa.
“Fin qui la sentenza”, mette in evidenza il quotidiano Italia Oggi, che aggiunge “la quale pare un fronte non ancora esplorato”. Quello della responsabilità (per il momento soltanto in astratto) che hanno le singole istituzioni scolastiche per non avere vigilato a sufficienza sull’operato di un docente autore di reati commessi sugli alunni, prevenendone o diminuendone le possibilità, tema di difficile trattazione per il rischio evidente di entrare in rotta di collisione con il rispetto dei diritti dei lavoratori.