Il Merito, grande innovazione di questo Ministero, dovrebbe passare attraverso lo spessore della Persona, non attraverso il voto di diploma o il possesso di un titolo di studio di livello universitario multiplo

Valditara scatenato. A stretto giro, riesce ad utilizzare in maniera anacronistica il termine “umiliazione” in riferimento alla necessità di rieducare i bulli attraverso i servizi sociali (concetto co...

A cura di Erica Talamonti
25 novembre 2022 11:55
Il Merito, grande innovazione di questo Ministero, dovrebbe passare attraverso lo spessore della Persona, non attraverso il voto di diploma o il possesso di un titolo di studio di livello universitario multiplo -
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Valditara scatenato. A stretto giro, riesce ad utilizzare in maniera anacronistica il termine “umiliazione” in riferimento alla necessità di rieducare i bulli attraverso i servizi sociali (concetto condivisibile, scelta dei termini molto meno) e a sminuire gli adolescenti che non hanno portato a termine il ciclo di studio ma percepiscono il Reddito di Cittadinanza, secondo le affermazioni riportate qui: https://www.miur.gov.it/web/guest/-/scuola-lavoro-ricerca-del-ministero-dell-istruzione-e-del-merito-sui-giovani-percettori-di-reddito-di-cittadinanza-valditara-molti-di-loro-non-hanno-n

È evidente che il Ministro, nonostante un inizio di mandato molto propenso a rapporti diplomatici distensivi con sindacati e parti sociali tutte, abbia in sé una idea precisa di come portare avanti il suo ministero, e che questa idea rispecchi linearmente la storia politica di chi lo ha scelto.

Ci si chiede con interesse perché i dati riportati nell’articolo citato vengano interpretati attraverso un ragionamento basato sulla prestazione e sull’utilitarismo; un ragionamento che mette al centro l’adulto a dispetto dello studente, seguendo un filo logico di sostegno e mantenimento dello status quo socio-economico, anziché utilizzare i numeri infausti per rinnovare l’istituzione scuola e quindi valutarli sulla base delle motivazioni che hanno portato i ragazzi a rinunciare ad un titolo di studi.

Sicuramente in quei grandi numeri ci sono situazioni di disagio socio-culturale, ma è anche vero che da oltre un decennio l’Italia si trova sottoposta a sanzione europea per l’assenza di una normativa rivolta all’altra tipologia di persone più esposte all’abbandono scolastico, i plusdotati, e che quindi ancora nulla tutela l’Italia dal perdersi i Talenti lungo il percorso scolastico.

Come si possono giudicare i ragazzi senza prendere in considerazione le motivazioni del loro agire?

La scuola non dovrebbe essere il luogo deputato all’accoglienza e allo sviluppo dei ragazzi?

Perché oggi il suo Ministro di fronte a dati effettivamente preoccupanti si limita a stigmatizzare un fenomeno in maniera molto dura, senza andare a fondo circa le motivazioni che lo hanno provocato?

Dare una lettura sterile ad un fenomeno del genere vuol dire peccare di ottusità e presunzione.

In quei numeri una importante percentuale è data da alunni che hanno abbandonato la scuola dopo esperienze umanamente insostenibili: come si sentiranno dopo queste esternazioni del Ministro?

Egli sostiene che, anche chi ha lasciato la scuola per il rifiuto verso una istituzione che lo ha sminuito e vessato, dovrebbe comunque rientrare in un circuito scolastico che lo ha stigmatizzato senza appello, per portare a termine una istruzione professionale specializzata (ma che evidentemente non gli era neppure mai interessata) al fine di formarsi per andare a fare i lavori emotivamente più insostenibili, per pesantezza degli orari, pericolosità dei materiali, località di sviluppo, ecc.

Dove sarebbe la logica in questo?

Quelli non sono ragazzi che non vogliono imparare o che non hanno sogni, sono ragazzi che sono scappati da una scuola inadatta a loro, con interessi specialistici in ambiti che la scuola non considera e non valorizza, in molti casi con competenze europee fuori dal comune, e spesso con valutazioni cognitive abbondantemente superiori alla media.

In una nazione che si fregia di una delle normative inclusive migliori del mondo, gli adolescenti usciti da una scuola imperfetta e perfettibile vengono descritti a prescindere come dei parassiti sostenuti dallo Stato, senza minimamente scalfire le responsabilità culturali di un cambiamento imposto e mai del tutto portato a termine.

Il Merito, grande innovazione di questo Ministero, dovrebbe passare attraverso lo spessore della Persona, non attraverso il voto di diploma o il possesso di un titolo di studio di livello universitario multiplo.

Sarebbe auspicabile che chi dirige un ente fondamentale per il futuro della nazione avesse un punto di vista ampio e complesso sui fenomeni che osserva, dato che la vastità della vita che brulica corridoi e aule è varia quanto le stelle del cielo, e non potrà mai, in nessun caso, essere ridotta a semplificazioni statistiche e pensiero binario.

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