Inail: nel 2034 centomila docenti e cinquemila plessi scolastici in meno
Scuola italiana a rischio spopolamento: un milione di alunni in meno entro il 2034. Giannelli (ANP): “Occasione per rinnovare la didattica e reinvestire le risorse”


L’urgenza di intervenire è confermata dai dati delle prove Invalsi 2025: circa uno studente su due termina le superiori senza competenze adeguate in italiano, matematica e inglese. La riduzione della dispersione ha riportato più ragazzi in aula, ma ha anche abbassato la media degli apprendimenti. Tra il 2019 e il 2025 la percentuale di studenti regolari è cresciuta di 4,1 punti, ma la dispersione implicita è salita dal 6,6% all’8,7% e gli studenti eccellenti sono scesi dal 15,1% al 12,3%. «Due campanelli d’allarme che non possiamo sottovalutare – ha osservato Giannelli –. Per questo è fondamentale innovare la didattica».
Sul piano organizzativo, il presidente dell’ANP ha ridimensionato l’allarme su due questioni spesso dibattute. Le reggenze, ha spiegato, interesseranno circa 4-500 scuole, di cui 300-350 per motivi strutturali legati alle dimensioni ridotte. L’obiettivo è avere un dirigente di ruolo in ogni istituto, con il fenomeno destinato a ridursi grazie a dimensionamento e calo degli alunni. Quanto alle “classi pollaio”, rappresentano meno dell’1% del totale e, secondo le rilevazioni Invalsi, la numerosità degli studenti non è un fattore decisivo negli apprendimenti.
Il calo di un milione di alunni in dieci anni è un fatto senza precedenti. Se gestito con lungimiranza, può trasformarsi in un’opportunità per migliorare la qualità dell’insegnamento e rafforzare l’inclusione. Ma perché ciò avvenga, è indispensabile, come chiede Giannelli, che i fondi risparmiati rimangano nella scuola. «La sfida ora – ha concluso – è rinnovare la didattica». E mai come oggi, con aule destinate a svuotarsi progressivamente, la scuola italiana ha l’occasione di farlo.