ISTRUZIONE – La ministra Calderone vuole cambiare l’alternanza scuola-lavoro: oggi troppi rischi. Cisal e Anief applaudono: lo diciamo dal 2015
“Bisogna rivedere il sistema di alternanza scuola-lavoro formando i giovani sulla sicurezza del lavoro, perché non è più tollerabile assistere alla morte di giovani studenti in formazione. La formazio...


“Bisogna rivedere il sistema di alternanza scuola-lavoro formando i giovani sulla sicurezza del lavoro, perché non è più tollerabile assistere alla morte di giovani studenti in formazione. La formazione sui banchi di scuola è fondamentale”: lo ha detto oggi pomeriggio, in apertura del tavolo con le parti sociali, Marina Elvira Calderone, nuovo Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, nell’indicare le priorità del programma di azione per la legislatura.
Il sindacato ha apprezzato le dichiarazioni del ministro del Lavoro: “Anief sostiene questo dall’approvazione della Legge 107/15, la Buona Scuola, che ha aumentato a dismisura stage ed esperienze degli studenti in azienda, senza assicurare un incentivo altrettanto importante sul fronte della sicurezza e per evitare incidente sul lavoro. Su questo tema, lo abbiamo detto anche ieri al ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, siamo pronti al confronto, per realizzare una revisione profonda del Pcto, perché vogliamo una scuola giusta ma anche più sicura”.

Altri punti su cui Cisal chiede cambiamenti riguardano il Rapporto di Lavoro: la lotta contro la precarietà e la stabilizzazione degli organici con la parità di trattamento giuridica ed economica tra personale a tempo determinato e indeterminato; la definizione di regole chiare contrattuali come ad esempio il diritto alla disconnessione e alla tutela della salute nel lavoro a distanza; la fissazione di un salario minimo nel pubblico impiego ancorato all’inflazione insieme a un salario minimo nel rispetto della direttiva comunitaria. Infine, a proposito delle pensioni, Cisal chiede una finestra specifica per il personale scolastico; il riscatto gratuito degli anni di formazione universitaria; il riconoscimento della fragilità anche per l’insegnamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado.