Piano casa per i docenti: Anief chiede un’indennità per chi lavora fuori sede
Il tema del sostegno ai docenti che lavorano lontano dalla propria residenza torna al centro del dibattito con il recente progetto annunciato dal Governo relativo al “Piano Casa” per il personale scol...


Il tema del sostegno ai docenti che lavorano lontano dalla propria residenza torna al centro del dibattito con il recente progetto annunciato dal Governo relativo al “Piano Casa” per il personale scolastico. L’iniziativa, accolta con favore dal sindacato Anief, mira a migliorare le condizioni abitative e, di conseguenza, la qualità della vita degli insegnanti, spesso costretti a spostarsi per centinaia di chilometri dalla propria città di origine per prestare servizio nelle scuole di tutta Italia.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale di Anief, il piano proposto dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, rappresenta un passo significativo per ridare dignità e decoro alla figura dell’insegnante. Tuttavia, Pacifico sottolinea che il piano abitativo da solo potrebbe non essere sufficiente. Il sindacato propone infatti l’introduzione di un’indennità di trasferta specifica per gli insegnanti fuori sede, misura ritenuta indispensabile per riequilibrare il potere di acquisto degli insegnanti, significativamente ridotto negli ultimi anni.
Pacifico precisa che “negli ultimi anni i lavoratori della scuola hanno perso fino a 6 mila euro rispetto ai lavoratori pubblici di altri ministeri”. Di conseguenza, un’indennità che potrebbe arrivare fino a mille euro per circa 200 mila dipendenti rappresenterebbe un ristoro concreto e diretto, paragonabile a quello già previsto per i lavoratori nelle piccole isole, introdotto grazie a un emendamento promosso proprio da Anief.
Per finanziare questa indennità, Anief suggerisce l’utilizzo di risorse già disponibili: 182,5 milioni di euro stanziati per la continuità didattica (Legge 118/2024), i 30 milioni previsti dalla Legge 205/2017, e ulteriori 3 milioni destinati al bonus per le isole (Legge 234/2021). Queste risorse potrebbero essere riconvertite in forma di welfare integrativo (Legge 207/2024), offrendo così un beneficio immediato ai docenti senza vincolare tale contributo alla mobilità o alla permanenza obbligatoria nella stessa sede scolastica.
La richiesta di Anief sarà ufficialmente presentata in occasione dell’incontro del 26 marzo con l’Aran per discutere il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) 2022-2024. Si tratta di una proposta che, secondo il sindacato, va a correggere parzialmente le ingiustizie che da anni affliggono il personale docente, offrendo un supporto tangibile che potrebbe incentivare anche una maggiore stabilità e continuità didattica nelle scuole.
Parallelamente, l’Anief continua a portare avanti un’agenda articolata su più fronti in vista delle prossime elezioni RSU di aprile 2025, puntando al riconoscimento economico e giuridico dei docenti precari e alla parità di trattamento rispetto al personale di ruolo. La piattaforma sindacale include, tra le altre, proposte per l’allineamento degli stipendi all’inflazione, l’introduzione di indennità aggiuntive per il personale ATA, il riconoscimento del burnout professionale, e l’eliminazione dei vincoli alla mobilità.
Anief promuove anche l’introduzione di una finestra pensionistica anticipata a 63 anni e il riscatto gratuito degli anni di formazione universitaria, oltre a prevedere aumenti stipendiali periodici ogni quattro anni. Il sindacato pone inoltre particolare attenzione al personale ATA e al middle management scolastico, chiedendo l’allineamento delle retribuzioni ai livelli professionali europei e la valorizzazione delle figure di sistema, ritenute essenziali per il corretto funzionamento degli istituti scolastici.