Docenti Precari nel Caos: dove sono i contingenti 2023/24?
Continua il caos per i docenti precari: “Luglio col bene che ti voglio” cantava la famosa canzone ma, per il precariato scolastico, luglio ogni anno più che altro fa rima con “garbuglio” e anche con c...

Continua il caos per i docenti precari: “Luglio col bene che ti voglio” cantava la famosa canzone ma, per il precariato scolastico, luglio ogni anno più che altro fa rima con “garbuglio” e anche con cipolla per le lacrime e aglio per gli scongiuri.
Quest’anno, ci siamo superati: neppure i sindacati hanno le idee chiare su ciò che avevano detto che avrebbe dovuto essere già iniziato, ovvero le chiamate per le assunzioni in ruolo.
Solo l’Ufficio Scolastico regionale per l’Emilia Romagna ha inserito un avviso circa l’imminente avvio delle procedure, suggerendo di non abbassare la guardia, mentre tutto il resto dell’Italia tace.
Anche quest’anno, salvo isolati casi, le assegnazioni avverranno tramite procedura informatica.
La procedura prevede che si proceda a chiamare da Graduatorie Concorsuali per il 50% dei posti disponibili, quindi da GAE per il restante 50% e, per quest’anno, per il solo Sostegno e solo in caso di incapienza delle precedenti, a seguire con la GPS prima fascia.
In un secondo momento i soli docenti individuati provvedono a scegliere le sedi, “liberando” le classi di concorso e le sedi non scelte, che rientrano in gioco per altri docenti in una successiva convocazione: un docente individuato che, per scorrimento graduatoria, si vedesse assegnare un posto non inserito tra le preferenze, verrebbe depennato dalle relative GM e GAE in cui è stato individuato, mantenendo il posto in GPS e potendo concorrere solo per i posti annuali.
Diverso il caso delle chiamate da GPS art. 59 che, non essendo graduatore specifiche per il ruolo, non prevedono la cancellazione dalla graduatoria in caso di rinuncia al ruolo.
Vi sarà poi la Call Veloce che però, soprattutto in relazione alle tempistiche burocratiche da espletare, rischia di diventare anche quest’anno l’ennesimo flop: non c’è chiarezza se verrà effettuata come lo scorso anno dopo le graduatorie per il ruolo (GAE e GM) e poi nuovamente dopo le chiamate da GPS art.59 (mini Call), oppure verrà gestita in unica tornata al termine anche delle chiamate da GPS Sostegno.
In ogni caso, si tratta di un susseguirsi di azioni che occupano delle tempistiche definite e immutabili, che si allungano ad ogni convocazione successiva alla prima: per le caratteristiche del piano di assunzioni in ruolo, i docenti precari presenti contemporaneamente su più graduatorie e più classi di concorso in Italia sono moltissimi (se non addirittura la maggioranza), pertanto le convocazioni ripetute possono essere considerate “la norma”, dando a prevedere l’impossibilità strutturale di concludere le assunzioni in ruolo nell’arco di pochi giorni.
Però, l’Amministrazione ha promesso per la seconda decade di luglio l’avvio delle procedure di assegnazione dei posti di supplenza annuali, pertanto pare che il MEF abbia proceduto anticipatamente all’analisi dei posti di Ruolo finanziabili, eppure questi dati ancora non vengono resi noti e i precari sono impossibilitati a valutare le proprie possibilità di stabilizzazione.
La scorsa estate i contingenti per il ruolo (posti di diritto) sono stati comunicati ufficialmente intorno al 20 luglio, attivando immediatamente le procedure di individuazione, e le chiamate per i posti di fatto (supplenze annuali) sono state portate a termine per il 31 agosto, seguendo la normale successione logica delle assegnazioni e in totale chiarezza circa i posti disponibili e la loro collocazione.
Si prospetta, quindi, che quest’anno le assunzioni in ruolo e le chiamate annuali possano venir inserite in piattaforma nello stesso identico momento, portando così i docenti a fare scelte alla cieca, senza poter valutare in maniera orientata le proprie possibilità, soprattutto in relazione al fatto che i vari Uffici locali (salvo rarissime eccezioni) non pubblicano mai per tempo le graduatorie aggiornate e ripulite dai nomi dei colleghi già in ruolo: una circostanza che ha il pregio di compromettere le strategie di chi mira al ruolo indipendentemente da tutto e tutti, saltabeccando tra città, graduatorie e opportunità personali, in barba ai colleghi appassionati e aderenti alla propria univoca vocazione, ma che lede anche i docenti coerenti a sé stessi, perché non mostra loro le effettive opportunità da poter cogliere.
Pare del tutto evidente, ancora una volta, uno scollamento importante tra l’azione amministrativa e la realtà dei docenti, secondo la frequente linea d’azione che ha già dimostrato di favorire la guerra tra poveri e aumentare il burn out in una categoria delicatissima e centrale per il futuro della nostra nazione: di che morte dovranno morire i docenti precari? E soprattutto, quando?