Scuola, intervista esclusiva all'On. Ella Bucalo

Già nelle Indicazioni Nazionali del 2012 si sottolinea l’importanza di avere nelle scuole ‘spazi adeguati’, ossia laboratori di informatica, laboratori per esperimenti scientifici, palestre, oltre a s...

A cura di Ylenia Franco
05 agosto 2022 17:02
Scuola, intervista esclusiva all'On. Ella Bucalo -
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Già nelle Indicazioni Nazionali del 2012 si sottolinea l’importanza di avere nelle scuole ‘spazi adeguati’, ossia laboratori di informatica, laboratori per esperimenti scientifici, palestre, oltre a spazi all’aperto. Molto è stato fatto investendo in edilizia scolastica, ma da questo punto di vista gli interventi sono ancora carenti. Come si pensa di intervenire in tal senso?

“Il nostro patrimonio edilizio scolastico è vetusto un edificio su due non dispone ancora del certificato di collaudo statico, di agibilità e prevenzione incendi, pochissimi ancora sono i nuovi edifici costruiti con criteri di bioedilizia, e quelli classificati in classe energetica… Per questo è necessario aumentare gli stanziamenti per l’edilizia scolastica nel corso dei prossimi anni, con un incremento di risorse che sarà fondamentale alla luce degli obiettivi del Pnrr”.

Si parla sempre più spesso di introdurre le mense nelle scuole (soprattutto primaria) del Sud. Nonostante ci siano stati dei fondi che potevano essere richiesti dai comuni per costruire edifici adatti a questo scopo, il risultato è stato desolante, e pochissimi comuni hanno effettuato richiesta. Di fatto, continua ad esistere una disparità di servizi tra gli studenti del nord e quelli del sud, a partire proprio dall’orario scolastico (il tempo pieno, che prevede l’uso della mensa, è di 40 ore, a differenza del tempo corto, di 27 o 30 ore). Non sarebbe opportuno promuovere interventi più incisivi e soprattutto più pubblicizzati per introdurre le mense?

“Purtroppo i dati ci mostrano come ancora il tempo pieno viene richiesto maggiormente nelle regioni del Centronord, , mentre nelle Regioni del Sud dove risulta necessario si sceglie maggiormente il modulo orario di 27 ore settimanali. Diverse sono le motivazioni la paura di non trovare spazi adeguati dedicati alle mense scolastiche e a questo si aggiunge la carenza, in molti Comuni, delle risorse umane necessarie per l’elaborazione dei progetti e la gestione della burocrazia”.

Parliamo del sostegno. Numerosi sono i cambiamenti proposti per tutelare gli alunni con disabilità, ma tali interventi restano su carta, senza la possibilità di essere applicati. Nella nuova documentazione che si accompagna all’alunno, è previsto il documento redatto dall’Unità Multidisciplinare di valutazione, costituita da un team medico che si riunisce con questa funzione. Ad oggi, non solo la stragrande maggioranza delle Asl non ha tale unità, ma addirittura ci sono molte Asl dove manca il neuropsichiatria infantile oppure dove il numero altissimo di piccoli pazienti rende difficilissimo seguirli tutti con la stessa attenzione. È vero, si tratta di un problema legato ma Ministero della Salute, ma strettamente legato alla fruizione scolastica, la cui risoluzione è fondamentale per non lasciare tutto solo sulla carta. Come pensate di intervenire in merito?

“Certamente in molti territori vi è una carenza di neuropsichiatri infantili, in molte zone ormai la componente sanitaria non riesce a partecipare ai GLO, per la redazione del PEI, e impedisce di fatto una presa in carico degli alunni con disabilità durante tutto il loro percorso di studi . Purtroppo, sarebbe riduttivo pensare che manchino solo i neuropsichiatri infantili, c’è carenza di tutte le figure professionali che a vario titolo si occupano del benessere dell’infanzia e dell’adolescenza, Ritengo che sia necessario una valutazione ed un confronto aprioristico con le Regioni e l’ ANCI, le parti sociali, e l’Osservatorio Permanente per l’ Inclusione scolastica, al fine di capire se tale carenza nelle piante organiche dipenda dalla insufficienza delle risorse; oppure da una non adeguata valutazione della programmazione di tali risorse e di tali strutture. Quindi bisogna intervenire bene, subito e in modo funzionale, perchè le ‘Unità Multidisciplinare di valutazione e il rafforzamento delle strutture territoriali dell’ area infanzia e adolescenza è fondamentale, non solo per i minori con disabilità, ma per tutta l’area minorile e dell’adolescenza e non solo ai fini scolastici, ma anche in relazione al progetto di vita delle persone con disabilità. Ma attenzione a ritenere che l’inclusione scolastica passi solo attraverso il rafforzamento della componente sanitaria, occorre fare anche altro, come garantire che tutte le figure professionali che ruotano attorno agli alunni con disabilità (per garantire il diritto allo studio e all’istruzione), oltre ai docenti di sostegno e curriculari anche gli assistenti all’autonomia e comunicazione facciano parte del MI , solo così si puo’ garantire continuità didattica e assistenziale, professionalità e competenze. In tale senso la nostra proposta di legge 2887/2021, presentata in questa legislatura che prevedeva l’internalizzazione e la stabilizzazione di circa 70 mila professionisti, che lavorano a scuola al supporto della didattica, mirava proprio allo scopo predetto, proposta di legge, arrivata fino alle audizioni, che indubbiamente riproporremo sin dal primo giorno anche nella prossima legislatura per risolvere la condizione di precarietà e discriminazione assistenziale in cui versano migliaia e migliaia di alunni con disabilità grave e problemi comunicativi complessi, unitamente alla mortificante condizione di precarietà lavorativa di circa 70 mila professionisti altamente qualificati”.

Sempre sulla disabilità. Si parla di Progetto di vita dell’alunno per creare una rete che abbracci il bambino con disabilità, e la sua famiglia, in interventi a 360°, quindi che interessino la vita non solo scolastica, ma anche sociale, permettendo la partecipazione ad attività sportive, culturali, ludiche, ecc. Nella realtà, molte città italiane sono prive di organizzazioni che si occupino di tali interventi, e nella maggior parte dei casi, si tratta di associazioni di volontari. Come vi proponete di intervenire per modificare l’attuale stato di fatto?

“In primo luogo, bisogna intervenire in sinergia con le Regioni, affinchè le UVM, a cui compete la valutazione multidimensionale della persona con disabilità, siano costituite e in grado di funzionare in tutto il territorio Regionale , per attuare in tempi brevi la presa in carico del progetto di inclusione sociale completo, extrascolastica, lavorativo ecc., in collaborazione con la persona con disabilità e la sua famiglia; È necessario accellerare l’iter di approvazione dei decreti attuativi della legge sulla disabilità affinchè chi dovrà gestire a livello territoriale un progetto di vita sappia esattamente come muoversi, e su quali fondi possa fare riferimento con assoluta certezza. Inoltre è necessario non solo aumentare le risorse del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali ma attraverso azioni costanti di contro e monitoraggio verificare perché alcuni progetti di vita non vengono realizzati. Ecco perché risulta necessario lavorare in stretta sinergia con le Regioni, l’ANCI, le parti sociali e l’ Osservatorio Nazionale per i diritti delle persone con disabilità, che va sempre consultato, ascoltato e coinvolto, così come previsto dalla Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità”.

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