Scuola, rivoluzione d’estate: tra nuove assunzioni, 150 preferenze e dirigenti fantasma

L’estate 2025 si annuncia come una delle più calde e rivoluzionarie per il sistema scolastico italiano.

A cura di Redazione Redazione
18 luglio 2025 11:39
Scuola, rivoluzione d’estate: tra nuove assunzioni, 150 preferenze e dirigenti fantasma - Empty classroom with chairs on the table during COVID-19 pandemic
Empty classroom with chairs on the table during COVID-19 pandemic
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di Redazione 


Mentre studenti e insegnanti si godono il meritato riposo, la macchina della scuola non si ferma. Anzi, accelera. L’estate 2025 si annuncia come una delle più calde e rivoluzionarie per il sistema scolastico italiano. A partire dalle supplenze, passando per le nuove assunzioni e arrivando alle reggenze record, tutto cambia. Vediamo le novità che stanno riscrivendo le regole del gioco.

Supplenze: scatta l’ora delle 150 preferenze

Dal 17 al 30 luglio via alle domande per le supplenze 2025/26. E stavolta, per la prima volta, si potranno indicare fino a 150 preferenze tra scuole, comuni e distretti. Un passo avanti per garantire maggiore trasparenza e rapidità nell’assegnazione delle cattedre. Ma attenzione: una scelta mal ponderata potrebbe far scivolare i candidati in scuole lontane o scomode.
🔍 La nuova tabella delle corrispondenze tra classi di concorso e province è già online. È il momento di pianificare con attenzione. Niente errori: i posti si assegnano in ordine e una preferenza mal inserita... può costare mesi di supplenza!

Immissioni in ruolo: sì a 55.000 nuovi docenti

Lo ha annunciato il ministro Valditara: 55 mila nuovi posti in ruolo, di cui 13.860 sul sostegno. Una cifra mai vista prima. Il reclutamento avverrà da GPS, concorsi ordinari e straordinari, e dal nuovo canale riservato per i vincitori degli ultimi bandi.
E per la prima volta dopo anni, tornano anche i posti per religione cattolica, con oltre 6.000 docenti attesi. Ma tra entusiasmo e scetticismo, resta una domanda: saranno tutti al loro posto per l’inizio delle lezioni?

Mille scuole senza preside: scatta l’allarme reggenze

Sono ben 1.000 gli istituti scolastici che a settembre partiranno senza un dirigente titolare. La colpa? Il taglio alle autonomie scolastiche sotto i 600 alunni, che ha accorpato molte direzioni didattiche. Risultato: esplodono le reggenze, con presidi costretti a dividersi tra due, tre o addirittura quattro scuole diverse.
Il Ministero rassicura: “Arriveranno nuovi concorsi”. Ma intanto, tra i corridoi, si sente già il peso dell’ennesimo stress burocratico.

Nuove indicazioni nazionali: regole più umane

La scuola del futuro parte dai banchi della primaria. In arrivo le nuove Indicazioni Nazionali, con un focus inedito: trasformare le regole da imposizioni a strumenti educativi. Il rispetto, la responsabilità e la cittadinanza attiva diventano parte integrante della valutazione.
Addio al vecchio registro delle punizioni? Forse. Ma il dibattito è aperto: si può davvero educare senza punire?

Professionali e tecnici: la riforma 4+2+1 va avanti

Il progetto di rilancio degli istituti tecnici e professionali entra nel vivo. La riforma 4+2+1, già sperimentata in alcune regioni, si rafforza con 151 milioni di euro del PNRR. L’obiettivo? Accorciare il percorso scolastico, rafforzare l’alternanza scuola-lavoro, rendere più attrattiva la formazione tecnica.
“Una scuola più vicina alle aziende, senza perdere lo sguardo critico”, dicono i promotori. Ma il rischio è di dividere la scuola in due binari paralleli: cultura da una parte, competenze dall’altra.

Una scuola più sicura: assicurazione per tutti

Infine, una novità poco visibile ma importantissima: da settembre 2025 tutto il personale scolastico sarà coperto da assicurazione, come già avviene per gli studenti. Un passo verso una scuola più sicura, meno esposta a contenziosi e responsabilità civili.

Conclusione: una scuola che cambia... davvero?

Il 2025 potrebbe essere ricordato come l’anno della svolta. Assunzioni, regole, riforme, digitalizzazione e sicurezza: mai come oggi la scuola italiana sembra al centro dell’agenda politica e sociale.
Ma tra burocrazia, incertezze e scadenze a raffica, il vero banco di prova sarà, come sempre, l’aula. E chi ci lavora ogni giorno.



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