Servizio Civile Nazionale e Concorsi Docenti PNRR: Il TAR Lazio Apre la Strada al Riconoscimento della Riserva del 15%
La sentenza chiarisce che tra servizio civile nazionale e servizio civile universale non sussiste una cesura, ma una naturale evoluzione normativa

L’evoluzione normativa e giurisprudenziale sta ridefinendo i confini del diritto alla riserva nei concorsi pubblici per il personale docente, con particolare riferimento ai candidati che hanno prestato servizio civile nazionale, dichiarandolo e allegandolo nella domanda di partecipazione concorsuale.
La questione, che coinvolge potenzialmente numerosi docenti idonei in tutta Italia, trova oggi una risposta di principio nella giurisprudenza amministrativa più recente.
Il tema centrale riguarda l'interpretazione dell'articolo 18, comma 4, del D.Lgs. 40/2017 e la sua applicabilità ai candidati che hanno svolto il servizio civile nazionale prima dell'istituzione del servizio civile universale. La problematica si è concretamente manifestata nelle graduatorie del concorso PNRR1, dove alcuni candidati idonei si sono visti negare il riconoscimento della riserva del 15% dei posti, nonostante l’entrata in vigore della nuova normativa e la dichiarazione del servizio prestato.
La vicenda che ha originato questa riflessione giuridica riguarda diversi insegnanti che, pur avendo dedicato un periodo significativo della propria vita al servizio della collettività, attraverso il servizio civile nazionale, si trovano oggi esclusi da un beneficio che appare loro legittimamente dovuto.
L'Orientamento Giurisprudenziale: La recente Sentenza del TAR Lazio
Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio(Sezione Quarta Ter), in data 18 giugno 2025, ha affrontato la questione con un approccio interpretativo che merita particolare attenzione per la sua potenziale applicabilità generale, nei termini che seguono:
-La sentenza chiarisce che tra servizio civile nazionale e servizio civile universale non sussiste una cesura, ma una naturale evoluzione normativa. Il Tribunale evidenzia, infatti, come "la disciplina dettata dal d.lgs. n. 40/2017 si muova nell'ambito del sistema delineato dalla legge n. 64 del 2001", operando non una sostituzione ma una razionalizzazione della disciplina preesistente.
-Di particolare rilevanza è l'approccio interpretativo adottato dal Collegio, che opera una lettura dell'art. 18 comma 4 del D.Lgs. 40/2017 orientata al rispetto del principio costituzionale di uguaglianza. La sentenza fa emergere che un’interpretazione costituzionalmente orientata al rispetto del principio di uguaglianza formale di cui all'articolo 3 della Costituzione non possa che condurre a ritenere la riserva ivi prevista estensibile anche al servizio civile nazionale.
-Il TAR sottolinea, infine, come entrambi i servizi siano accomunati da elementi essenziali: la volontarietà, le finalità di difesa non armata della Patria, la durata, i limiti di età, il valore sociale e costituzionale. Questa identità sostanziale rende irragionevole qualsiasi discriminazione basata sulla mera denominazione formale del servizio prestato.
L'Adattabilità dei Principi al Concorso PNRR1
L'analisi dei principi affermati dal TAR Lazio evidenzia la loro piena trasponibilità alle procedure concorsuali del personale docente, incluso il concorso PNRR1. La ratio decidendi della sentenza non è limitata al contesto specifico esaminato ma esprime, secondo il punto di vista dello studio legale Esposito Santonicola, principi generali di interpretazione normativa applicabili a tutte le procedure selettive pubbliche.
Diversi fattori rendono i principi affermati dal TAR Lazio direttamente applicabili al contesto dei concorsi docenti:
1. L'identità della fonte normativa: la riserva del 15% deriva dal medesimo art. 18, comma 4, del D.Lgs. 40/2017, indipendentemente dal tipo di concorso pubblico;
2. La natura trasversale del principio di uguaglianza: l'interpretazione costituzionalmente orientata non può variare a seconda del comparto amministrativo;
3. L'unitarietà del sistema concorsuale pubblico: i principi generali che governano l'accesso al pubblico impiego si applicano uniformemente a tutte le amministrazioni.
L'Evoluzione Normativa come Conferma Interpretativa
Il Decreto-Legge 14 marzo 2025, n. 25 (convertito in Legge 9 maggio 2025, n. 69) ha successivamente equiparato espressamente il servizio civile nazionale a quello universale. Tuttavia, come correttamente osservato dal TAR, questa modifica "non reca una interpretazione autentica" ma "si limita a recepire, nella lettera del ridetto articolo, una lettura estensiva della disposizione già possibile".
La precisazione è fondamentale perché conferma che il diritto alla riserva per chi ha svolto il servizio civile nazionale preesisteva alla modifica normativa e poteva essere riconosciuto attraverso un'interpretazione costituzionalmente orientata della normativa vigente.
Profili Procedurali e Strategie di Tutela
Per i docenti che si trovano in questa situazione, si delineano concrete possibilità di tutela giurisdizionale. L'approccio deve essere tuttavia calibrato, nel senso che i candidati devono verificare:
· La dichiarazione del servizio nella domanda di partecipazione;
· Il mancato riconoscimento della riserva nella graduatoria;
· Il rispetto dei termini per l'impugnazione (60 giorni dalla pubblicazione della graduatoria concorsuale).
Non si tratta di garantire risultati certi, ma di evidenziare l'esistenza di strumenti giuridici che, se correttamente utilizzati, possono condurre al riconoscimento di legittime rivendicazioni.
La questione del riconoscimento del servizio civile nazionale ai fini della riserva nei concorsi pubblici rappresenta, per lo studio legale Esposito Santonicola, un banco di prova per la capacità del sistema amministrativo di adeguarsi all'evoluzione interpretativa del diritto vivente. I principi affermati dal TAR Lazio offrono una chiave di lettura che valorizza la sostanza rispetto alla forma, l'equità rispetto al formalismo, i valori costituzionali rispetto alle distinzioni nominalistiche.
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