Valditara vieta simboli neutri nelle circolari, gli studenti replicano: "Propaganda, si occupi dei problemi veri della scuola"
Con una recente circolare, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha imposto ai dirigenti scolastici di evitare l’utilizzo di simboli neutri, come asterischi (*) o lo schwa (ə), nelle comunicazioni...


Con una recente circolare, il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha imposto ai dirigenti scolastici di evitare l’utilizzo di simboli neutri, come asterischi (*) o lo schwa (ə), nelle comunicazioni istituzionali. La decisione, motivata dalla necessità di rispettare “le regole della lingua italiana”, è stata accompagnata dalla citazione di un precedente pronunciamento dell’Accademia della Crusca che aveva espresso preoccupazione sull’uso di questi simboli per il rischio di generare confusione, specialmente nelle fasce più giovani.
Il documento ufficiale afferma che “l’uso di segni grafici non conformi alle norme linguistiche compromette la chiarezza e l’uniformità della comunicazione istituzionale”, rimarcando quindi la necessità di uniformarsi esclusivamente ai modelli linguistici riconosciuti e condivisi.
La reazione del mondo studentesco non si è fatta attendere. L’Unione degli Studenti (UdS), tramite le parole di Tommaso Martelli, coordinatore nazionale, ha immediatamente definito questa circolare come un tentativo “estremamente propagandistico” di distrarre dai reali problemi delle scuole italiane. Martelli sostiene che il ministro stia combattendo una battaglia inutile, simile a quella contro “i mulini a vento”, con l’obiettivo di reprimere l’autonomia scolastica e scoraggiare iniziative innovative che si allontanano dalla linea politica governativa.
Martina Lembo Fazio, esecutivo nazionale dell’UdS, ha approfondito ulteriormente la posizione degli studenti, sottolineando come questa presa di posizione rifletta un governo che mira a “ridurre la scuola pubblica” invece che ampliarla in senso inclusivo e partecipativo. Lembo Fazio esprime inoltre preoccupazione per il fatto che si presti attenzione a un problema considerato “inesistente” mentre le scuole italiane vivono situazioni di disagio profondo.
Il sindacato degli studenti ha evidenziato con forza come i reali problemi delle scuole italiane siano altri: edifici scolastici spesso fatiscenti, mancanza di sicurezza, scarsa attenzione verso una vera inclusione e partecipazione studentesca. Secondo Lembo Fazio, l’obiettivo del sistema scolastico dovrebbe essere “educare realmente alla pluralità e all’accoglienza”, creando ambienti sicuri e stimolanti dove ciascun giovane possa crescere e formarsi con libertà e dignità.
Non è la prima volta che il Ministro Giuseppe Valditara prende posizione contro l’uso di linguaggi e pratiche innovative nelle scuole. Già in precedenza, simili prese di posizione avevano generato polemiche. Tuttavia, questa volta la reazione sembra ancora più ampia e decisa, soprattutto perché inserita in un contesto sociale e politico delicato, dove il tema dell’inclusività, della libertà d’espressione e della tutela delle diversità sta diventando centrale anche nelle agende internazionali.
La critica degli studenti va dunque oltre la questione linguistica e investe direttamente l’idea stessa di scuola pubblica che questo governo vuole proporre. Si accusa infatti il ministro di usare tali prese di posizione come distrazione da problemi più urgenti e strutturali che da tempo affliggono il sistema educativo italiano, dalla carenza di personale docente ai problemi infrastrutturali delle sedi scolastiche.
Sul fronte opposto, coloro che sostengono il Ministro Valditara ritengono invece che la chiarezza comunicativa, specialmente nelle comunicazioni ufficiali, sia essenziale e non possa essere compromessa da scelte linguistiche considerate “di moda” ma non ufficialmente riconosciute dalle istituzioni linguistiche nazionali.
Nonostante ciò, è evidente che questa nuova polemica conferma una frattura sempre più ampia tra il Ministero e il mondo della scuola, soprattutto quello studentesco, sempre più attento ai temi dell’inclusione e dell’identità personale e sociale. Una distanza che rischia di acuire ulteriormente le difficoltà di dialogo tra le istituzioni e una parte consistente degli studenti italiani.
In conclusione, mentre il Ministro Valditara ribadisce la centralità delle norme linguistiche ufficiali nelle comunicazioni istituzionali, la voce degli studenti si leva forte e chiara: la scuola italiana ha bisogno urgente di altro, a partire dalla sicurezza degli edifici e dalla tutela del diritto allo studio, fino all’inclusività reale che permetta a tutti gli studenti di sentirsi pienamente accolti e rappresentati nel loro percorso educativo.
