DIRETTRICE: […] non dico a Berlino… ma addirittura in provincia […], terza elementare. Sentite che problema, me lo ricordo perché mi ha colpito. Un pazzo costa allo Stato 4 marchi al giorno. Uno storpio 4,50, un epilettico 3,50. Visto che la quota media è 4 marchi al giorno e i ricoverati sono 300000 quanto si risparmierebbe complessivamente se questi individui venissero eliminati?

La platea trasale sorpresa dal contenuto del problema. Dora è orripilata.

DORA: Dio mio, non è possibile!

DIRETTRICE: La stessa reazione che ho avuto io, Dora! «Dio mio, non è possibile!» Non è possibile che un bambino di sette anni risolva un problema di questo genere! Il calcolo è complesso, le proporzioni, le percentuali… un minimo di infarinatura algebrica. Un problema da scuola superiore per noi.

Il cavaliere Galardini ha fatto un calcolo mentale e finalmente interviene.

GALARDINI: No, basta una moltiplicazione! Tutti questi storpi sono 300000, hai detto?

DIRETTRICE: Sì!

GALARDINI: 300000 per 4: se li ammazzano tutti risparmiano 1200000 marchi al giorno. Facile!

DIRETTRICE: Esatto, bravo… ma tu hai 50 anni, Galardini. In Germania lo propongono ai bambini di sette anni, veramente un’altra razza.

[Benigni – Cerami, La vita è bella, Einaudi 1998, pp. 87-88]

Forse, è a questo modello scolastico che si ispira Roberto Vannacci, allorquando, da candidato per la Lega di Salvini al Parlamento europeo, propone di introdurre in Italia (e in Europa?) classi separate per le alunne e per gli alunni diversabili? Pochi giorni fa, papa Francesco, a Venezia, visitando la Biennale, ha chiesto a tutti gli uomini di buona volontà di “costruire luoghi in cui nessuno sia escluso”. Luoghi in cui nessuno si senta straniero. A prima vista, queste parole del papa son suonate come pleonastiche, o ingenue, o inutili, oppure, come parole fuori dal tempo. Come mai, molti dei presenti avranno pensato, il papa ribadisce un concetto di civiltà, così ovvio e così scontato? Come mai  un invito così accorato, a creare luoghi nei quali tutti si sentano accolti? A ben riflettere, però, e dopo aver letto le stravaganti idee del candidato leghista al Parlamento europeo, il Roberto Vannacci già citato in precedenza, in materia scolastica, forse, qualche sospetto sulla necessità di ribadire un’idea base base di inclusione, in quanto idea base dell’umanità, non un’idea (solo) cristiana, ma, semplicemente, un’idea umana, e, quindi, un invito rivolto a tutti, all’umanità intera, non soltanto ai cristiani, un invito rivolto andando oltre la fede, il singolo credo religioso. Un’idea di civiltà.

Questo luogo inclusivo, nel quale nessuno si senta escluso, amatissimo Padre, esiste già, ed è la scuola italiana di questi ultimi decenni, che, pur tra mille difficoltà e contraddizioni (economiche, strutturali, organizzative), è scuola di inclusione, è luogo di quotidiana fatica, e di quotidiana sfida di inclusione. Luoghi di inclusione, da realizzare nelle aule, come nelle strade. Luoghi nei quali nessuno si senta straniero, o escluso. Dalla scuola, alla famiglia, dalla strada, alle città.

Cosa ha da dire, in merito alle stravaganti idee del Vannacci, il ministro leghista della Pubblica Istruzione, Valditara? Che fosse questo il senso (autentico) di quella parolina, «merito», da lui voluta e aggiunta come dicitura istituzionale del Ministero dell’Istruzione, che, pro-tempore, dirige?

Del resto, se ci pensassimo bene, per un solo momentino, anche Gesù, con tutti quei suoi disturbi di comportamento, con tutte quelle sue difficoltà di calcolo (2 pesci moltiplicati per 5 pani, farebbero cinquemila… e non 12… mah), con tutte quelle sue carenze in grammatica, e la quasi totale ignoranza sui modi e sui tempi verbali (sempre a dire «Io sono», «Io sono», congiuntivo presente, prima persona singolare… e basta, mah), con tutti quei suoi disturbi di personalità, e con tutte quelle sue tendenze schizofreniche («Io sono padre e figlio, e anche spirito…», mah), forse, finanche Gesù, se avesse frequentato la scuola che auspica e sogna Vannacci, sarebbe stato messo in un’aula separata, schedato come un “povero” DSA, da tenere lontano da tutti.

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