Buon Ferragosto dalla redazione de La Voce della Scuola

Scuola italiana, un anno tra divieti, banchi vuoti e riforme a metà

A cura di Diego Palma
14 agosto 2025 14:32
Buon Ferragosto dalla redazione de La Voce della Scuola -
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Cari lettori e care lettrici,
in questo Ferragosto di sole e di pausa dalle aule, la nostra redazione vi accompagna con un approfondimento speciale sulle ultime novità del mondo scolastico. Un’analisi che non si ferma ai titoli, ma va a fondo dei numeri, delle scelte politiche e delle conseguenze concrete sulle vite di studenti, insegnanti e famiglie. Perché la scuola, anche ad agosto, non va in vacanza.
 Il Direttore

Scuola italiana, un anno tra divieti, banchi vuoti e riforme a metà
Scuola italiana, un anno tra divieti, banchi vuoti e riforme a metà
Scuola italiana, un anno tra divieti, banchi vuoti e riforme a metà

Scuola italiana, un anno tra divieti, banchi vuoti e riforme a metà

Negli ultimi mesi, la scuola italiana si è trovata al centro di una serie di provvedimenti che vanno dall’assicurazione obbligatoria per studenti e personale, fino al divieto di cellulari in classe, passando per nuove immissioni in ruolo, una “mini call veloce” sul sostegno dalle chance limitate e l’ennesimo decreto legge che promette riforme strutturali. Il tutto sullo sfondo di un’emorragia di studenti dovuta al calo demografico, che già oggi ridisegna le geografie scolastiche e minaccia migliaia di posti di lavoro.

Assicurazione per tutti: tutela o palliativo?

Il decreto-legge n. 90/2025, ora convertito in legge, introduce un’assicurazione obbligatoria che coprirà non solo studenti e personale scolastico, ma anche genitori impegnati in attività autorizzate. Una mossa salutata come “storica” dal Ministero, ma che apre interrogativi: i costi di gestione saranno sostenibili a lungo termine? E basterà una polizza a colmare il vuoto di tutele per i precari, che ancora oggi si vedono esclusi da molte garanzie di welfare?

Il MIM stima la copertura di un vasto numero di eventi dannosi, ma resta il nodo dell’estensione al personale a tempo determinato fino al 30 giugno, che richiederà ulteriori stanziamenti.

L’inverno demografico bussa alle porte della scuola

L’Italia continua a perdere studenti: secondo i dati del Ministero, oltre 650.000 bambini e ragazzi frequentano scuole “piccole” che spesso devono ricorrere a pluriclassi, ormai diffuse anche nei centri urbani. In alcune province si chiudono istituti, in altre si accorpano plessi e indirizzi.

Gli effetti sono già visibili: classi meno numerose ma didatticamente più complesse, cattedre tagliate, e previsioni di riduzione organica che spaventano i sindacati. Il calo demografico non è solo un problema scolastico: entro il 2050 rischia di mettere in crisi il sistema produttivo e previdenziale del Paese.

Assunzioni record, ma la supplentite resta

Il ministro Valditara ha annunciato per il 2025/26 oltre 54.000 assunzioni: 48.504 docenti su posti comuni e di sostegno, più 6.022 insegnanti di religione cattolica. Numeri mai visti negli ultimi anni.

Eppure, sotto la superficie, resta la frattura strutturale: oltre 90.000 posti in organico di diritto e circa 160.000 in organico di fatto continueranno a essere coperti da supplenti. Un precariato cronico che, per il personale ATA ed educativo, non trova risposte nel nuovo decreto.

Mini call veloce sul sostegno: un’occasione per pochi

L’ultima “call veloce” per coprire i posti sul sostegno ha confermato i timori della vigilia: opportunità concentrate nella primaria e nell’infanzia, mentre nella secondaria di secondo grado non c’è nemmeno un posto disponibile per l’ADSS. Per alcune aree della secondaria di primo grado, le disponibilità si contano sulle dita di due mani.

Un meccanismo pensato per velocizzare le immissioni, ma che finisce per lasciare scoperti proprio i gradi di istruzione più in sofferenza.

Stop ai cellulari, anche alle superiori

Dal 16 giugno 2025, con la circolare ministeriale n. 3392, il divieto di utilizzo degli smartphone è stato esteso alle scuole superiori. Le eccezioni riguardano casi previsti da PEI o PDP, esigenze didattiche specifiche o attività laboratoriali.

La misura è motivata da dati allarmanti: secondo l’OCSE, l’uso eccessivo dello smartphone è correlato a un calo nei risultati PISA; l’OMS parla di crescita esponenziale della dipendenza da social media tra gli adolescenti. La sfida sarà far convivere il divieto con l’educazione digitale, evitando che il provvedimento resti un atto punitivo più che formativo.

Il nuovo decreto scuola: luci e ombre

Oltre all’assicurazione, il decreto scuola e università conferma la stabilizzazione temporanea dei dirigenti scolastici degli USR, prorogati fino al 31 ottobre 2025, e consente ai vincitori dei concorsi PNRR di essere assunti anche se conseguiranno l’abilitazione entro la fine dell’anno.

Misure utili per evitare vuoti di governance e rallentamenti burocratici, ma che restano di respiro limitato e non incidono sulle vere emergenze: reclutamento stabile, investimenti in infrastrutture, e politiche strutturali per contrastare il calo delle iscrizioni.

Un sistema in cerca di visione

In questo mosaico di novità, la scuola italiana appare come un cantiere aperto ma senza un progetto urbanistico chiaro. Le norme si susseguono in modo frammentario, alternando interventi di protezione, divieti, e stabilizzazioni parziali, senza affrontare in maniera organica il nodo centrale: come rendere sostenibile, inclusivo e di qualità un sistema educativo che rischia di svuotarsi di studenti e di personale.

Il rischio è che, tra un annuncio e una circolare, si perda di vista l’urgenza di un piano a lungo termine, capace di tenere insieme formazione, demografia, innovazione e dignità del lavoro scolastico.


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