Si è cominciato dal chiedere a tamburo battente l’abolizione dei voti in tutti gli ordini di scuola, sulla scia dell’entusiasmo per quello che si era riusciti a imporre nella scuola primaria. Ora che tutti hanno capito che l’abolizione dei voti e la scuola che “certifica competenze” aumentano la burocratizzazione e sono funzionali all’abolizione del valore legale del titolo di studio (chiesta ad esempio da ANP, non a caso grande sostenitrice della sostituzione dei voti con la “certificazione delle competenze”), all’assegnazione della valutazione ad agenzie valutative esterne alla scuola o a fare della scuola della Costituzione una sorta di agenzia per il lavoro interinale invece che un organo costituzionale chiamato a istruire tutti i futuri cittadini, si lascia intendere che il tema non è questo. D’altra parte, non è facile sostenere una causa così assurda, che non trova alcun riscontro in ciò che accade all’estero, dove anche le valutazioni non numeriche (ad esempio attraverso le lettere) sono voti a tutti gli effetti.

 

Allora forse si è deciso di fare un passo per volta, e la battaglia più prudentemente è diventata quella per l’abolizione dei voti “in itinere”, di cui si dice – con un incredibile passaggio di cui sfuggono i nessi logici – che impedirebbero agli studenti, non si sa per quale motivo, di ricevere spiegazioni su cosa e come migliorare, come se voto e spiegazione/descrizione fossero alternative inconciliabili e non convivessero ogni giorno nella concreta realtà scolastica e nella relazione educativa, e come se ogni voto non dovesse essere sempre adeguatamente motivato.

 

Anzi no, da quando è stata fatta notare l’assurdità di assegnare voti finali senza mai dare indicazioni chiare in tal senso nel corso dell’anno – con un passaggio brusco, improvviso e arbitrario dalle “descrizioni” al voto solo a fine percorso – quella per abolire i voti in itinere, magari attraverso sedicenti “sperimentazioni”, è diventata la battaglia per dire che i voti in itinere non sono obbligatori ma che… ogni insegnante, può fare quello che vuole, però…i voti in itinere sono comunque inutili e dannosi.

 

E adesso, puntualmente, è arrivata l’ultima boutade: i docenti possono anche assegnare voti in itinere, certo, ma questo significa che non sanno fare il loro lavoro.

 

Anche basta, no?

 

Gruppo La nostra scuola

Associazione Agorà 33

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