La rubrica telematica Autismo a Scuola curata dall’insegnante Scalia Luana come canale di sensibilizzazione e promossa dalla Rete Polo Sportello Autismo del CD Teresa di Calcutta per volontà della DS Prof.ssa Benedetta Liotta, ha affrontato il tema della gestione dei comportamenti-problema nel contesto scolastico.

In studio erano presenti la dottoressa Elena Pace, insegnante di Sostegno di Scuola Primaria e Analista del Comportamento BCBA dell’associazione culturale “Pane e Cioccolata” di Bologna, la conduttrice Prof.ssa Doriana D’Elia e l’avvocato Enrico Orsolini responsabile insieme all’insegnante Scalia Luana della Rete Polo Sportello Autismo.

Partendo dalla definizione dei comportamenti-problema come comportamenti disfunzionali, che non necessariamente riguardano studenti con diagnosi, si è discusso dell’approccio di gestione positiva che, partendo dall’analisi della funzione comunicativa del comportamento-problema, giunge ad individuare possibili strategie proattive per la riduzione del rischio in contesti educativi.

Vengono definiti “comportamenti-problema” quelli che risultano essere pericolosi per l’alunno e/o per coloro che sono presenti, quelli che mettono a rischio la sicurezza personale, quelli che ostacolano l’apprendimento e/o l’interazione sociale del soggetto che li attua. Si sottolinea che anche la passività può, in alcuni casi, essere considerata un comportamento disfunzionale se ostacola l’accesso ad attività gradite, l’apprendimento o l’interazione sociale dello studente con le figure che fanno parte della sua quotidianità.

La definizione analitico-comportamentale del comportamento, spiega la dottoressa Pace, si basa su una descrizione oggettiva di alcuni parametri definenti; la forma, la durata, la frequenza, l’intensità, la latenza fra trigger o stimoli antecedenti e l’emissione del comportamento-problema, la pervasività del manifestarsi di questi comportamenti, la continuità nel tempo e, infine, la resistenza ai trattamenti dovuta alla storia di apprendimento della persona.

La dottoressa Pace sottolinea che l’intervento di gestione comportamentale si basa soprattutto sull’utilizzo di strategie proattive atte a prevenire le crisi e ad insegnare allo studente delle abilità adattive, che assolvano la stessa funzione del comportamento problema manifestato. Infatti, nella grande maggioranza dei casi il comportamento problema è appreso e svolge una funzione nel contesto di vita della persona: lo avvicina a stimoli graditi e lo allontana da stimoli o condizioni sgradite. Per questo è molto importante insegnare un repertorio adattivo che svolga la stessa funzione per la persona, permettendole di condurre una vita più ricca e soddisfacente.

In ultimo, una volta attuato l’intervento sul comportamento problema è fondamentale favorire la generalizzazione dei comportamenti adattivi sostitutivi ad ogni contesto di vita dello studente. In questa fase occorre lavorare in sinergia con tutte le figure di riferimento, soprattutto con le famiglie con cui la scuola condivide il ruolo educativo. Il coinvolgimento nell’intervento della famiglia, degli specialisti e dell’intera rete di supporto è dunque la chiave di successo.

A tal proposito l’avv. Enrico Orsolini, Presidente dell’ Associazione di genitori Autismo Oltre Onlus-ANGSA Catania, facendosi portavoce delle tante famiglie che spesso si trovano ad affrontare ostacoli burocratici, si augura che i modelli efficaci di accoglienza degli specialisti nelle scuole per svolgere l’osservazione scientifica, possano diventare comuni in tutte le scuole di Italia.

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