Una comunità si riconosce come nazione quando condivide collettivamente alcune feste simboliche, al di là delle pur legittime divisioni interne (politiche, sociali, religiose, economiche, culturali). Negli Stati Uniti d’America, conservatori e democratici vedono nel 4 luglio la festa di tutta la nazione (multietnica) americana. Memoria dell’indipendenza delle colonie dall’Inghilterra (4 luglio 1776, giorno della stipula della Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d’America).Questa data è sacra per tutti, non per una sola parte. Non così, (purtroppo), in Italia, dove, ancora oggi, a quasi ottant’anni da quel 25 aprile 1945, che sancì la liberazione dal nazi-fascismo, le polemiche sono ricorrenti.

Sono stati molti gli scrittori italiani del Novecento che hanno raccontato la lotta partigiana, per la liberazione dell’Italia centro-settentrionale dal nazi-fascismo. Alcuni di loro sono pure stati partigiani in armi. Altri, invece, hanno svolto azioni di supporto. Pavese, Fenoglio, Fortini, Calvino, Gatto, Vittorini, Meneghello, Pasolini, Cassola, Bilenchi, Quasimodo. Per ricordarne solo qualcuno. Qui, desidero scrivere di un racconto di Italo Calvino:Ricordo di una battaglia, scritto e pubblicato per la prima volta da Calvino nel 1974, sulle colonne del «Corriere della sera». In esso si legge di fatti realmente accaduti, con la partecipazione attiva di Italo Calvino alla battaglia partigiana di Baiardo, in Liguria, il 17 marzo 1945. Il periodo partigiano di Calvino fu breve, da un punto di vista cronologico, ma molto intenso e significativo, sotto il profilo etico (e culturale). Egli stesso scrisse in una lettera privata all’amico e giornalista Eugenio Scalfari:

La mia vita in quest’ultimo anno è stata un susseguirsi di peripezie […]. Ho conosciuto la galera e la fuga, sono stato più volte sull’orlo della morte. Ma sono contento di tutto quello che ho fatto, del capitale di esperienzeche ho accumulato, anzi avrei voluto fare di più.

La battaglia di Baiardo, in quel 17 marzo, fu la prima nella quale i partigiani liguri furono appoggiati dai caccia alleati. Il racconto Ricordo di una battaglia rievoca un episodio poco noto della Resistenza ligure, nell’entroterra di ponente. Calvino, scrivendo questo racconto intese

…riportare alla superficie una giornata, una mattina, un’ora tra il buio e la luce all’aprirsi di quella giornata[…]. Non ricordi visivi, perché era una notte senza luna né stelle. 

Invitava il lettore a rivivere quella battaglia attraverso 

…l’udito: il silenzio speciale di un mattino in campagna, pieno d’uomini che stanno in silenzio, rombi, spari che riempiono il cielo. 

E Calvino aggiunge :

«I risvegli per andare in azione si somigliano tutti, io sono uno dei portamunizioni della mia squadra, sempre sotto a quella dura cassetta quadrata con le cinghie che segano le spalle, ma in questo ricordo le imprecazioni mie e di quelli che vengono dietro si smorzano in uno scoppiettio sottovoce, come se lo spostarci in silenzio fosse il fatto essenziale questa volta ancor più di altre volte, perché nella stessa ora notturna per tutti i costoni del bosco discendono file di uomini armati come la nostra, tutti i distaccamenti del battaglione di Figaro accampati in casolari nascosti sono partiti per tempo, tutti i battaglioni della brigata di Gino traboccano dalle vallate, e incrociano per le mulattiere altre file che si sono già messe in marcia la sera prima da lontane montagne, appena ricevuto quell’ordine da Vittò che comanda la divisione: i partigiani di tutta la zona si concentrino all’alba intorno a Baiardo».

IL  borgo di Baiardo era in mano ai bersaglieri repubblichini…

«…in gran parte studenti, un corpo ben armato e attrezzato e agguerrito, che controllava tutta la valle verde d’olivi giù fino a Ceriana».

«Gli obiettivi che ci sono stati assegnati me li ricordo: tagliare i fili del telefono appena sentiamo che comincia l’attacco, sbarrare la strada ai fascisti se cercano di scappare giù per i campi, tenerci pronti a salire in paese di rinforzo all’attacco… questi ordini, che non sono mai stati eseguiti li ricordo punto per punto, ma ora vorrei ricordarmi le facce e i nomi dei miei compagni di squadra, le voci, le frasi in dialetto…».

L’esito della battaglia di Baiardo non fu favorevole ai partigiani. 

Buon 25 aprile, festa della Liberazione.

 

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